Ottantaquattro giorni dopo, è tutta un'altra storia. Era il 24 giugno, l'Italia sconfitta con il Brasile salutava il Mondiale. Ciro Immobile e, soprattutto, Mario Balotelli sul banco degli imputati di un fallimento che ha stravolto il calcio italiano. Hanno fatto le valigie, salutato l'Italia con tempi di gioco diversi. Ciro aveva già scelto Dortmund prima della coppa del mondo, Mario ha maturato l'idea subito dopo sull'onda delle critiche e delle polemiche. Due predestinati del Mondiale. Nati nel 1990, nei mesi di Italia '90 e anche qui la tempistica non è perfetta: ante-coppa Ciro, post-coppa Mario. Ottantaquattro giorni dopo le prime pagine sono tutte per loro, ma stavolta niente processi solo applausi.
Immobile ha conquistato la marea gialla della Signal Iduna Park trascinando il Borussia Dortmund alla vittoria. Titolare quasi a sorpresa in Champions League, merito anche di Antonio Conte. Jurgen Klopp l'aveva detto: «Dalla Nazionale è tornato un altro giocatore». E adesso la Germania si gode quello che fino a una settimana fa era considerato un disastroso affare di mercato. Lui su Facebook se la ride: «Cosa c'è di meglio di una pallina di gelato e quattro risate con gli amici per festeggiare una giornata perfetta?». Il tutto firmato addirittura con un saluto in tedesco: «Grazie a tutti, danke an alle!».
Balotelli, invece, ha scelto l'inseparabile twitter. Una foto con il Gerrard e l'occhiolino alla mitica Kop di Anfield: «Sì! Grande partenza ragazzi! Grazie tifosi siete stati magnifici». E poi a ruota un carico di promesse: «Buongiorno Liverpool! Oggi è un nuovo giorno! Non ci interessa il passato! Lavoriamo per il futuro». Fa specie il feeling di Supermario con il capitano dei Reds. Prima del fischio d'inizio, i due hanno parlato a lungo in mezzo al campo. E fuori l'intesa è un idillio a sentire Gerrard: «Bisogna dare a Mario il massimo della fiducia. A quelli come lui basta una chance per fare gol. Penso che quello a Ludogorets sia solo il primo di una lunga serie».
Balo diventa il primo italiano a segnare con quattro club diversi in Champions: Inter, City, Milan e Liverpool. Un gol dei suoi, si è fatto largo in area con i muscoli e spiazzato il portiere.
Immobile, invece, all'Arsenal ha fatto centro per la prima volta in Champions anche lui con un marchio di fabbrica: volata di 50 metri e diagonale chirurgico. Due prodezze per scacciare i dubbi, accomunati dallo stesso destino: nemo propheta in patria. Germania e Inghilterra se li godono, l'Italia spera che tra due anni rimpiangano di averli fatti diventare grandi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.