È arrivato il giorno di Donnarumma. Dopo qualche schermaglia, un paio di litigate al telefono e un colloquio a tre (a Montecarlo) senza esito, Fassone e Raiola oggi sono pronti a sedersi intorno al tavolo per conoscere la scelta del portiere illustrata dal suo agente. Quelli del Milan non sono per niente ottimisti. Hanno il sospetto che la tattica di Mino (rinviare il più possibile la decisione) abbia una sola spiegazione: attendere l'offerta golosa da parte del Real Madrid. Già perché a ieri pomeriggio nessuno si è presentato negli uffici di via Aldo Rossi per chiedere notizie di Gigio e la sua eventuale valutazione.
L'azionista cinese ha ribadito al manager di riferimento (David Li ogni mattina mette in collegamento Fassone con Yonghong Li) la volontà di non voler passare alla storia del Milan del dopo Berlusconi come colui che ha venduto Donnarumma. Quindi la posizione dei rossoneri è da sempre la stessa: 1) la firma del rinnovo contrattuale con la concessione di una clausola dalla cifra pari a quella di altri top player tipo Icardi e Belotti (quindi almeno 100 milioni); 2) in caso di rifiuto la volontà di acquistare un portiere titolare da fornire a Montella per l'inizio della prossima stagione (Neto e Reina i profili fin qui esaminati). Non c'è una terza strada. A meno di una sorpresa da parte di Raiola. La proposta del nuovo contratto fatta a Donnarumma è persino superiore ai 4,5 milioni con bonus di cui si è parlato nei giorni scorsi. Di sicuro, finito il summit, Fassone spiegherà ai tifosi i motivi del mancato accordo. Non si parla di tribuna per punizione ma con Storari e Plizzari già in rosa è evidente che Gigio diventerebbe il quarto portiere, tenuto conto che per via dell'europeo under 21 comincerà la stagione in ritardo.
MERCATO Il no di Donnarumma al Milan provocherebbe un danno al mercato rossonero. Perché una cifra destinata ora ad altri elementi (Kalinic per l'attacco, no Diego Costa tanto meno Ibra, o Belotti per il quale Cairo ha chiesto 90 milioni) dovrebbe essere utilizzata per acquistare il portiere. Al netto di Donnarumma, allora il Milan ha in canna altri due colpi, uno a luglio e uno ad agosto: Conti e Biglia le ipotesi più probabili. Gli altri (Kalinic più un esterno d'attacco, il ritorno di Deulofeu è sempre possibile) diventeranno attuali solo con lo sfoltimento della rosa (Bacca, Lapadula, De Sciglio, Zapata, Kucka, Calabria). Montolivo non ha chiesto di essere ceduto. Di sicuro Montella, ha spiegato a Fassone e Mirabelli che intende ripartire dal 4-3-3 perché più spettacolare e per sfruttare al meglio il lavoro del precedente campionato. Possibile qualche variazione (3-4-3) solo in determinati casi.
LA CASSA Confermata la disponibilità dei 400 milioni da investire in 5 anni per potenziare il mercato. Non solo, ma la richiesta di rinunciare al voluntary agreement con l'Uefa non è stata una bocciatura bensì una scelta strategica per avere sei mesi di tempo (se ne discuterà da novembre in avanti) per il rilancio della squadra e per aprire la sede di Milan China in Cina. Le garanzie sulle perdite, accettate dalle banche, sono state presentate anche a Nyon. Anche sul prestito di Elliott c'è ottimismo. I debiti in capo al Milan sono minimi (120 milioni), gli altri (180) saranno in capo all'azionista, zero debiti con le banche. A ottobre, dopo il congresso del partito in Cina, dovrebbero riaprire le frontiere per trasferire all'estero valuta. Una banca d'affari comunque si è già detta pronta a rifinanziare il debito milanista.
ABBIATI Christian Abbiati («è
fantastico tornare a lavorare con il Milan») è l'ultima pedina che completa lo staff. Avrà il compito di collegare lo spogliatoio con la società, Romeo (ex Inter), sarà invece il team manager, Mentana il direttore di Milanello.
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