Leonardo Bonucci in tribuna. Il caso non è chiuso. La scelta è giusta. La legge è legge, dentro e fuori il campo. Dentro e fuori lo spogliatoio. La rissa verbale di venerdì sera, allo Juventus stadium, non va isolata alle immagini trasmesse dalle telecamere. C'è dell'altro, c'è stato dell'altro e la disciplina prevede gerarchie e sanzioni. Ha sbagliato Bonucci che ha pensato di farsi giustizia, sopravvalutandosi, con la presunzione che gli riesce naturale. Ha sbagliato Allegri, riprendendo volgarmente e pubblicamente il suo calciatore. Non ha sbagliato la società che, nelle ore successive alla sceneggiata, ha affrontato gli attori della vicenda, con i provvedimenti necessari per entrambi. Multa al tecnico, devoluta in carità, punizione per il difensore, senza pubblicità, comunicati e annunci.
È da sciocchi e disinformati confondere la vicenda con i capricci di Lichtsteiner, Mandzukic o Dybala, anch'essi malmostosi e maleducati con l'allenatore, ma senza screzi plateali e violenti come quelli di venerdì sera. Basterebbe ricordare anche il caso di Pellé in azzurro, messo definitivamente da parte da Giampiero Ventura, dopo la reazione miserabile del salentino a una sostituzione.
La Juventus può giocare stasera senza Bonucci, ha altri elementi pronti a occuparne il ruolo. Non so se il viterbese abbia capito la lezione. Non è importante. È importante che la capiscano gli altri bianconeri.
Nessuna illusione, la Juventus è cambiata restando se stessa, tornando a essere severa, rigorosa nelle proprie regole che qualche cafoncello ha evitato, ritenendole da caserma. Meglio soldati che disoccupati. Calciatori e allenatori passano, resta la storia. E questa va onorata e rispettata, con o senza Bonucci.
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