di Riccardo Signori
Se la sua Juve avesse avuto quattro Prandelli, mediano tutto fare, e non invece un Platini, probabilmente non sarebbe arrivata ai successi che tutti sappiamo. Se oggi l'Italia di Prandelli cerca mediani, scoprendo di non avere numero 10, significa che il nostro calcio è scarsino assai, alla faccia dei colpi di fortuna estivi che poi ti portano ad una finale europea o alla conquista di un mondiale. Se basta un soldatino maltese per mettere la museruola a Pirlo, significa che i nostri tecnici valgono poco: potevano pensarci anche loro. Più guardiamo giocare la nazionale di Prandelli, più dovremmo farci venire lo scoramento pensando a quale campionato ci attende. Magari spettacolare, però meglio chiudersi in casa e non girellare per l'Europa.
In questi giorni di azzurro tenebra l'Italia ha scoperto che non esistono i numero dieci, che non ci sono più grandi terzini, che non possediamo adeguate riserve dietro ai grandi vecchi, che Buffon è un totem e gli altri soltanto pali, che i nostri presunti numero dieci sarebbero Montolivo, Thiago Motta, Aquilani, Mauri, Diamanti.
Nessuno si domanda di chi sia la colpa. Dei ct che non sanno guardare? Degli allenatori che non sanno estrarre il talento dai talenti? Dei tecnici che gestiscono i ragazzini? La seconda e terza ipotesi hanno qualche fondamento. Ma è già improprio considerare numero 10 gente come Montolivo, Mauri, Aquilani, Thiago Motta. Il numero 10 è Platini, Rivera, Maradona, Mancini, Zico, Zidane, è perfino Becalossi, non è Messi (leggi goleador), poteva essere Kakà, a modo suo lo è stato Totti e lo è Iniesta, è gente con il piede strafino, l'intuizione super, velocità di pensiero e di piede superiore alla media. Gente che fa gioco, segna e non è vero che corra poco: corre meglio. Poi c'erano, ci sono, i dieci intesi come mezzala pura: che senti sia fisicamente sia nel gioco corale. E noi ne siamo ampiamente sforniti: ad eccezione di Marchisio e De Rossi. Pirlo è una via di mezzo, ma ormai basta una mediocre sanguisuga calcistica per metterlo in difficoltà. Succedeva già al Milan. L'anno scorso il nostro è tornato alla grandeur anche per un calendario meno pesante.
Oggi Prandelli parla di spettacolo. Ma lo spettacolo lo fanno i grandi giocatori: Platini più di Prandelli. Il nostro campionato non ha grandi giocatori, anzi tende a perderli. E quelli bravi davvero stanno invecchiando. Il quadretto oscuro nazionale è il quadretto del campionato: Malta e Bulgaria ci hanno riportato sulla terra.
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