di Tony Damascelli
Torino vanta i migliori cioccolatai d'Italia: Guido Gobino, Peyrano, Stratta, Ferrero, Caffarel, Baratta&Milano. Memorabili, tra i prodotti, il gianduiotto, l'alpino, i preferiti e i favoriti. Al gruppo illustre si sono aggiunti gli esperti dolciari della Juventus confezionando il Berbatov, tipico pasticciotto del mercato calcistico. La figura da cioccolatai è storica e ricorda l'aneddoto del Duca Carlo Felice che convocò a corte quel cioccolataio che aveva osato passare per le strade di Torino a bordo di una carrozza trainata da una quadriglia, numero che competeva, di norma, soltanto ai re e ai nobili. Il duca invitò l'artigiano a ritornare al calesse tirato da due cavalli, evitandogli «na figura da ciocôlatè». Ora non è il caso di infierire ma il rifiuto, furbastro, del bulgaro ha smascherato una operazione di mercato affannosa e affannata che puzzava di ripicca nei confronti della Fiorentina per il caso Jovetic. La storia della Juventus è stata caratterizzata da grandi colpi ma anche da bluff clamorosi, comunque mai annunciati, mai illustrati nei dettagli anche comici, come accade da qualche anno. Il nuovo corso bianconero, oltre ad alcune gag di comunicazione, si sta contraddistinguendo per strani percorsi, tutti diversi e distanti tra loro, per identità tecnica e tattica, da Jovetic a Llorente, da Van Persie a Berbatov per arrivare a Bendtner salito alla cronaca recente più per le mutande che per i gol (8 in 29 presenze con il Sunderland).
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