Tutti i rebus da risolvere in 2 settimane

Ci voleva lo scontro diretto, soprattutto lo scontro fra italiane, per rinsaldare certezze e restituire cuor leggero. Dopo aver preso sberle dal resto del mondo, ecco l'unico modo di non sentirsi male: giocare nel cortile di casa. Così la Juve potrà dire di non aver perso (se non ai rigori) e l'Inter di aver vinto (anche se ai rigori). Tipicamente italiano. Risultato, vero, finale: non c'è da stare allegri. Tanti rebus, troppi dubbi, ancora molto da rodare. La Juve quasi mai tira in porta e nella tournèe non ha mai vinto: la coppia Vucinic-Tevez è ottima, ma per fare assist. Poi serve qualcuno che la metta dentro. Tevez non ha più voglia di farsi pestare in area, possiede piede dotato che ti dice: guardate il numero di maglia, si legge 10, si interpreta così. Proprio di questo Tevez aveva bisogno la Juve?

E c'è di peggio: visto Llorente, salta all'occhio che non esiste un gioco in grado di metterlo in azione nel modo più efficace. Non è da sottovalutare. Il resto verrà: forma fisica e un po' di ruggine non aiutano, manca sempre un bel protagonista di fascia. La Juve è un rebus, l'Inter un intero cruciverba. In attacco Palacio e Alvarez sanno come giocarsela, i due novellini (Belfodil e Icardi) annaspano.

La difesa è il solito brivido (la Juve non infieriva), il centrocampo manca di un playmaker alternativo a Cambiasso, che non è un re della specialità. L'Inter sarà pur cresciuta, come garantisce Mazzarri, riesce anche ad essere pericolosa, ma sembra quel tipo che cammina sul cornicione. Senza rete.

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