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Contador cade un'altra volta Aru in rosa per la maxicrono

Un'ammucchiata a 3 km dall'arrivo costa 40'' ad Alberto e 2'05'' a Porte Fabio leader a sorpresa: «Il ciclismo è così... Ma adesso c'è subito da soffrire»

Jesolo Alla fine resta in piedi e si ritrova con la maglia rosa sulle spalle. Fabio Aru, il primo sardo in rosa della storia, ha la faccia sorridente e incredula di chi ancora non ci crede: leader suo malgrado. A Vicenza con il volto sfigurato dalla fatica e dalla fame, ieri frastornato da questa sua prima rosa, un po' pallido, ma pur sempre rosa . «È il ciclismo: oggi ti va bene, domani ti gira tutto storto - dice il capitano dell'Astana -. Contador e Porte sono stati molto sfortunati, ma il Giro è ancora molto lungo e fin da domani (oggi, ndr) con la maxi-crono da Treviso a Valdobbiadene, ci sarà da soffrire».

In questo Giro delle sorprese, dove succede di tutto nelle tappe in cui non dovrebbe succedere nulla, a farci le spese sono il tasmaniano del Team Sky Richie Porte e la maglia rosa Alberto Contador. Una caduta a 3 chilometri e 200 metri dal traguardo li manda entrambi a gambe per aria. Lo spagnolo perde 40", l'australiano 2'05".

«Non è stata una bella giornata - ha commentato lo spagnolo -. Purtroppo ho perso secondi importanti e ora mi ritrovo a 19 secondi da Aru. Mi preoccupa la botta che ho preso alla gamba sinistra. Il problema è che già sono costretto a correre in posizione anomala a causa della spalla e non vorrei che questo pregiudicasse ulteriormente la mia corsa».

Deluso e preoccupato lo spagnolo, avvilito e sfiduciato il leader del team Sky. «È un brutto colpo - commenta Dario Cioni, tecnico della formazione britannica -. La sfortuna ci ha davvero perseguitato in questa ultima settimana ma è inutile recriminare. Dobbiamo guardare avanti e pensare alla crono (Treviso-Valdobbiadebe, 59 km, ndr), che è molto dura. Lì Richie si gioca gran parte delle proprie "chances". Se la fa sui suoi livelli, come io spero, torna in gioco. Altrimenti cambieremo strategia e obiettivi».

Parla di sfortuna Cioni, ma c'è anche una buona dose di superficialità in questa settimana da dimenticare. Anche ieri, in occasione della caduta, Porte è stato prontamente assistito da un compagno di squadra che gli ha passato la propria bicicletta. Peccato che il bielorusso Vasili Kierienka, prontissimo ad intervenire e a passargli la bicicletta, abbia misure diverse dal piccolo scalatore tasmaniano, che si è trovato in sella ad un mezzo troppo grosso per lui.

È il Giro delle sorprese. Sulla carta, la tappa da Montecchio Maggiore a Jesolo, doveva essere una semplicissima tappa di trasferimento riservata ai velocisti ed è infatti un velocista, Sacha Modolo (secondo successo stagionale), a vincere davanti a Giacomo Nizzolo ed Elia Viviani: dopo Polanc e Ulissi, per la Lampre è il terzo successo in questo Giro.

La tappa è bagnata ed è anche poco fortunata, visto come è andata a finire. In ogni caso è animata fin dalla partenza da tre attaccanti: al km 15 evadono Frapporti, Pineau e Rick Zabel, figlio del grande Erik e vengono ripresi a 17 dalla fine. Poi, sui viali che portano a Jesolo, si toccano le ruote di Formolo e Alafaci che innescano la maxi caduta che costa carissimo a Porte e Contador.

E proietta nell'olimpo Fabio Aru: «La crono di Valdobbiadene? L'ho provata una volta sola, ma Slongo, il mio allenatore, che abita a due passi da lì me l'ha spiegata praticamente metro per metro. Ad ogni modo io non sono uno che si esalta, mi piace rimanere coi piedi per terra.

L'esperienza mi ha insegnato che queste giornate possono diventare più rischiose di quelle in montagna, c'è sempre tanto stress e la pioggia ha reso tutto più pericoloso».

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