Conte e Juve, quanti nemici «Siamo in ballo e balliamo»

Conte e Juve, quanti nemici «Siamo in ballo e balliamo»

Roma Ostenta la tranquillità dei vincenti, per nulla toccato (all’apparenza) dalle parole del suo principale accusatore Filippo Carobbio. L’Olimpico per Antonio Conte è soprattutto il ricordo della Champions vinta con Lippi nel 1995. Che è anche l’ultima stagione in cui la Juventus centrò l’accoppiata campionato-Coppa Italia. La domanda arriva puntuale, complice quell’opportuno e auspicabile intervento mancato del club (magari con un comunicato) già venerdì alla lettura dei giornali: ma è preoccupato che la vigilia di un appuntamento così importante sia macchiata da queste voci? «Ho lo stato d’animo di sempre, rispondo come ho risposto quando se ne parlò durante il campionato: niente di nuovo all’orizzonte, del nulla e del niente non parlo. Ho rispetto per chi sta conducendo in maniera seria le indagini, quando sarò chiamato da loro avrò il piacere di rispondere a queste persone. Siamo in ballo e balliamo».
Le vittorie portano ad avere più nemici nel calcio, lo dice la storia. «Perché mi fate questa domanda? (sorride quasi amaro, ndr). Quando una squadra torna a essere competitiva e a conquistare successi, diciamo che le simpatie diminuiscono. Sono da tanti anni nel calcio, sappiamo che tante situazioni vengono pilotate…». I festeggiamenti per il titolo sono alle spalle, Conte ha voluto riportare un po’ di calma anticipando di un giorno il ritiro della squadra. «Abbiamo lo stato d’animo di chi ha già fatto qualcosa di eccezionale, era giusto festeggiare ed era inevitabile che la gioia ci avrebbe inebriato. Ora dobbiamo trovare grandi motivazioni per vincere anche la Coppa. Spero che i ragazzi mi stupiscano anche stavolta». A Napoli arrivò la svolta tattica della Juve e forse la consapevolezza che sarebbe stato l’anno buono. «Questa è la peggiore squadra in assoluto da affrontare in finale, non dimentichiamo che è uscita malamente con il Chelsea, l’anno scorso è stata terza e quest’anno era più potenziata, saranno motivatissimi».
E se l’appuntamento per Conte è storico, figuratevi per Alex Del Piero. Stasera sarà l’ultima con la maglia bianconera, che per l’occasione (leggi a parte) sarà speciale. E un ospite specialissimo sarà in tribuna ad applaudirlo. «Ho sentito Noel Gallagher, sarà mio ospite», annuncia il numero dieci. Che dice di «non aver ancora immaginato il finale, tutto quello che è avvenuto fino a oggi è stato immensamente fantastico, ora vorrei scrivere un’altra pagina vincente». Glielo chiedono i compagni, se lo augura lui. L’ultima volta, nel 2004, fu la Lazio a interrompere il sogno suo e dei bianconeri.
Del Piero, a differenza di Conte, ha vissuto una settimana non molto diversa dalle altre. «Non sono sette giorni, ma mesi totalmente diversi, l’unico pensiero focalizzato in testa è raggiungere questa vittoria. Voglio vivere in pieno quest’opportunità, per il futuro ci sarà tempo per parlarne. Non è retorica, l’importante è solo l’oggi, spero di ricordare lunedì sia la serata del 1996 sia quella del 2012».


Stadio strapieno, 2000 agenti e 1000 steward impegnati, bonifica dell’impianto iniziata già venerdì sera (e due persone intercettate mentre tentavano di scavalcare la recinzione esterna dell’Olimpico), arresti o fermi per i tifosi che riusciranno a raggiungere i varchi di prefiltraggio con biglietti falsificati. Stato rappresentato dal presidente del Senato Schifani e tanti vip in tribuna: il più “altolocato” il cardinale Tarcisio Bertone.

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