Conte vince e spara: "Gli scienziati del calcio dovrebbero stare zitti"

"Accetto le critiche, non le invenzioni". Sul campo Vidal e Tevez stroncano un Genoa inesistente. Ancora cori contro i napoletani

Conte vince e spara: "Gli scienziati del calcio dovrebbero stare zitti"

Torino Non fosse stato per la vittoria della Roma in quel di Udine, sarebbe stata la domenica perfetta per la Juventus di Conte: grazie alla pochezza di in Genoa in versione Oggi le Comiche, i campioni d'Italia si godono una giornata di totale relax. Meritata, sia chiaro: perché davvero Buffon e compagni sono scesi in campo indossando il loro vestito migliore. O, quanto meno, quello che più impressiona gli avversari: subito aggressivi, precisi, puntuali nel recupero palla e via di questo passo. Risultato: occasioni come se piovesse dopo pochissimi minuti, un rigore generoso appena dopo il ventesimo trasformato da Vidal (fallo di Biondini su Asamoah), uno splendido raddoppio firmato Tevez (sinistro vincente, dopo un dribbling secco in mezzo all'area con controllo di destro a seguire) prima di arrivare a metà gara. Non solo quello, però: Perin ha fatto il Buffon (quello vero) in almeno quattro-cinque occasioni, Pogba (soprattutto nel primo quarto d'ora) e Llorente ne hanno esaltato i riflessi e i colpi di reni peccando però di sangue freddo quando in realtà avrebbero potuto arrotondare più volte il punteggio.
Non c'è mai stata partita, questa è la realtà. Né la Juve ha rallentato più di tanto nemmeno nella ripresa, non meritandosi quindi stavolta i rimbrotti di Conte: i bianconeri hanno tolto un po' il piede dall'acceleratore, ma davvero Buffon avrebbe potuto prendersi un caffè in tutta tranquillità senza temere imboscate di chissà quale portata: nell'intervallo Gasperini aveva provveduto di suo a dichiarare già chiusa la partita sostituendo Gilardino, preferendo risparmiarlo per l'impegno infrasettimanale contro il Parma piuttosto che spremerlo inutilmente alla ricerca di una rimonta che non sarebbe comunque arrivata. Gloria per tutti, insomma: con tanto di ovazione per Llorente al momento del cambio, segno che stavolta lo spagnolo ("può ancora crescere", lo avrebbe poi stimolato il suo allenatore) ha davvero convinto giocando di sponda ma anche cercando il gol con grande convinzione non riuscendo gioire solo per alcuni super interventi di Perin. «Abbiamo dominato - è il commento di Conte -. Questo deve essere il nostro atteggiamento, usando sempre la massima intensità e possibilmente aumentandola ancora. La Roma? Le faccio i complimenti: continuando a vincere, i giallorossi offuscano anche quanto stiamo facendo noi e il Napoli».
Con il verdetto del campo mai in discussione, le note negative riguardano solo il contorno. Innanzi tutto gli spalti (curva Sud), da cui sono giunti fin dal riscaldamento cori contro il Napoli e i tifosi partenopei ("Vesuvio lavali col fuoco", "Napoli colera"): cori proseguiti anche nel corso del primo tempo e nella ripresa e che intorno a metà ripresa hanno obbligato lo speaker dello stadio a invitare i tifosi a non rivolgere più cori ingiuriosi e di discriminazione territoriale che a questo punto potrebbero causare sanzioni e la squalifica (con la condizionale) del campo. Poi, nel post partita, Conte si è lasciato andare a uno sfogo contro gli ormai famosi tentativi di destabilizzazione provenienti dall'esterno: «Accetto che si dica di tutto sul gioco e su questioni tecnico tattiche, ma non è corretto andare sul personale. Si può parlare di pareri discordanti, non di litigi o di mancata unione di intenti. Parlate di calcio, non di fesserie.

Non ho mai litigato con Marotta: se fosse successo, starei zitto. Dato che è un'invenzione, mi altero». Rincarando poi la dose: «Certi scienziati del calcio dovrebbero vergognarsi di scrivere certe cose». E, domani, niente conferenza stampa.

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