E adesso divertiamoci anche con la coppa Italia. Che ha preso il volo verso l'epilogo con un quartetto grandi firme: tutte insieme non si vedevano da tempo. È vero: il Milan, quello di Brocchi e quello successivo di Gattuso, hanno già raggiunto per due volte la finale incrociando l'armata bianconera uscendone malconci. Quei due tentativi rossoneri di rialzare la testa lungo la traversata del deserto ancora in corso, furono punteggiati da altrettante sconfitte: pesantissima la seconda, risolta ai supplementari dalla stoccata di Morata. Perciò una delle due semifinali ha il sapore di un autentico regolamento di conti preceduto da quel dieci su dieci che sono le sfide perse dal Milan allo Stadium in campionato. L'altra semifinale rimette insieme Inter e Napoli che sono forse accumunate dallo stesso massiccio ricorso al mercato di gennaio per risalire la china nel caso di Gattuso e per riprendere con maggiore energia l'inseguimento alla razza padrona bianconera nel caso di Antonio Conte. Hanno puntellato la rosa e in qualche caso (vedi l'Inter con Eriksen) arricchito la cifra tecnica complessiva facendo ricorso al calcio inglese. Sono arrivate tutte e quattro in scioltezza all'appuntamento. L'impresa è sicuramente quella realizzata dal Napoli considerato un'armata allo sbando prima della strigliata data a CR7 e soci. Sconfiggere la Lazio, reduce da una sequenza strepitosa e dalla cavalcata in Super-coppa d'Italia, non è stato un banale passaggio intermedio. Anche per il Milan, eliminato fino al novantesimo al cospetto del Toro massacrato qualche giorno prima dall'Atalanta, rimettere la testa davanti sul filo del traguardo dei supplementari, ha rappresentato una conferma solenne all'azione rigeneratrice svolta dal gerovital di Milanello, Zlatan Ibrihimovic. C'è un solo appunto da rivolgere: riguarda il calendario. Perché gli appuntamenti sono finiti a ridosso del ritorno delle coppe europee nelle quali sono coinvolte tre su quattro.
Il divertimento è garantito. Perché ritrovare CR7 contro Ibra dev'essere uno spettacolo nello spettacolo. E immaginare il sacro fuoco alimentato dai propositi di rivincita di Gattuso è scontato. E allora buon divertimento.
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