Coutinho fa brillare l'altra Inter

Europa League, il brasiliano dà spettacolo a Baku: i nerazzurri si allenano in Europa. E la difesa a tre funziona

Coutinho fa brillare l'altra Inter

Esteban Cambiasso in mezzo ai due centrali difensivi, Fredy Guarin proprietario del discorso, Philippe Coutinho perfino autoritario fisicamente, una miscela corrosiva che ha avvilito il Neftci e spedito le squadre all'intervallo sul 3-0. Gli azeri ci tenevano molto e hanno riempito il Tofik Bakramov dopo aver saccheggiato il loro dizionario per promettere fuoco e fiamme ma non sono neppure riusciti a partire forte. La differenza era esagerata e ha impedito che ne uscisse una contesa apprezzabile. Senza affanno e senza correre rischi inutili, l'Inter ha permesso ad Handanovic di assistere da molto lontano, almeno per un tempo, Obi ha segnato il gol numero 500 dell'Inter nelle coppe europee, hanno fatto un figurone persino Silvestre e Jonathan, tumulati da Stramaccioni rispettivamente dopo il Rubin Kazan e la Roma.
Cambiasso in mezzo a Jesus e Silvestre è stata la scelta più apprezzata, Stramaccioni l'ha battezzata come estemporanea ma a nostro avviso è saggia e consentirebbe a un reduce del Triplete di allungarsi la carriera di molto senza cadere nel patetico. L'argentino ha il passo per stare lì in mezzo, sa leggere come pochi il percorso dell'azione e attende la palla sul sentiero a lui più congeniale per catturarla. Ma non è stata questa la scelta coraggiosa di Strama, semmai aver schierato Obi e Mudingayi assieme dall'inizio, con zero minuti nelle gambe per il nigeriano e un quarto d'ora per il congolese.

L'Inter ha lasciato un minuto scarso agli azeri, poi si è aperta e ha dato spettacolo perché i gol sono stati tre, ma le palle gol almeno una decina, nessuna su azione occasionale o confusa. Coutinho ha messo dentro il primo pallone di tacco su suggerimento di Guarin, si giocava da dieci minuti scarsi. Poi venti minuti di attacchi arrembanti, gioco in velocità, sovrapposizioni, tanta voglia, come se questi in campo si fossero resi conto che domenica sera ci sarà meno spazio per loro, il momento è buono e mancarlo butta giù. Prima della rete di Obi, Coutinho ha messo giù tutto il repertorio: ha subito un fallo da rigore, ha calciato un pallone a giro uscito di un niente, è stato stoppato in corsa dal portiere azero Stamenkovic dopo un controllo di petto in area a seguire. Se è questo il suo vero volto, attenzione a cosa può succedere. Obi ha segnato alla mezz'ora ancora su suggerimento di Guarin che ha lasciato rientrare mezza difesa azera e poi lo ha servito in orizzontale in piena area. A cinque dal primo tempo il colombiano ha servito in area Coutinho, geniale, deviazione in spaccata di Bertucci, forse, palla che si alza e consente a Livaja di lanciarsi nel vuoto in tuffo e colpire di testa per il 3-0 che ci stava tutto.
In tutto questo rutilante tambureggiare il Neftchi era riuscito a guadagnare un solo calcio d'angolo al 16', ma non aveva fatto niente per meritarlo. Era successo che Handanovic e Cambasso non si era intesi al limite dell'area e l'argentino per evitare l'inserimento di Canales, ha calciato rapido oltre il fondo. Angolo senza esito.

Sul tre a zero non è facile tenere alta la concentrazione e riuscire a non essere banali. L'Inter è rientrata sapendo che quelli del Neftci avrebbero accelerato e tentato almeno qualche incursione sulle fasce. Spinti dal pubblico e dalla tentazione di mettere almeno un pallone alle spalle di Handanovic, gli azeri si sono fatti sotto, l'Inter stava palleggiando, e da un tunnel fortuito a Silvestre la palla è finita dalla parte opposta dell'area sui piedi di Canales che ha segnato praticamente a porta vuota.

Qui la partita si è chiusa, gli azeri erano con la lingua fuori, avevano giocato un secondo tempo che avrebbe consentito loro di uscire dal campo fra gli applausi, l'Inter invece era alla terza gara europea in trasferta, tutte vittoriose, otto gol, uno solo al passivo, quello di ieri sera. Se serviva una risposta alla vittoria del Milan a San Pietroburgo, con la seconda squadra di meglio non poteva fare.

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