"CR7 prigioniero infelice". Parigi provoca la Juve. E l'Italia già lo snobba

France Football spara: Ronaldo vuole andare al Psg. E la Serie A non lo premia come top player

"CR7 prigioniero infelice". Parigi provoca la Juve. E l'Italia già lo snobba

Prigioniero, addirittura. Incompreso, anche. E solitario. Tre giorni prima di Juventus-Lione, match che deciderà quale delle due squadre si qualificherà per la Final Eight di Champions League, il magazine France Football descrive così Cristiano Ronaldo. In una parola: infelice. Al punto che lo scorso ottobre, dopo la vittoria (sofferta, bruttina: 2-1, doppietta di Dybala) contro il Lokomotiv Mosca, CR7 avrebbe provato un «sentimento di rabbia contenuta», mostrandosi «scontroso».

A quel punto, nella sua mente si sarebbe fatta strada la possibilità di lasciare Torino e la Juventus per accasarsi al Paris Saint-Germain: nuova avventura, nuova città, nuovi compagni di squadra e nuove prospettive. Alla sua altezza regale, ecco. Perché il magazine francese spiega anche che gli attuali compagni di squadra del portoghese non sarebbero ritenuti dallo stesso al suo livello, a differenza di quanto accadrebbe nella capitale francese dove gioca gente del calibro di Neymar e Mbappè. France Football si dimentica peraltro di far presente che a Parigi la Champions non l'hanno mai vinta, però pare un dettaglio: con Ronaldo magari qualche possibilità in più ci sarebbe e del resto (anche) quello è il motivo per cui Agnelli ha deciso di svenarsi pur di organizzare il trasloco di CR7 sotto la Mole nell'estate 2018. Poi, certo, il fascino di Parigi rispetto a Torino «città nascosta dietro le montagne» è tutt'altro, ma non si può avere tutto dalla vita. O forse sì, se ci si chiama Cristiano Ronaldo. Il quale appunto, secondo i francesi, in quei giorni sognava il Parco dei Principi pieno di connazionali (la comunità portoghese a Parigi è molto numerosa, ndr) e non vedeva l'ora di giocare in una città dove aveva già vinto il titolo europeo con la nazionale. Addirittura, l'entourage del giocatore avrebbe definito «molto probabili» le possibilità di vedere Ronaldo andarsene da Torino.

Poi, il covid ha cambiato le carte in tavola. Non perché la Juve abbia cominciato a macinare calcio champagne. Semplicemente, il malumore sarebbe rimasto in stand-by. Aspettando la fine della stagione. E magari la corte dichiarata di qualche top club. Da ammaliare possibilmente nei prossimi giorni, trascinando la Juve a Lisbona e poi chissà: trionfare a casa propria, vestendo il bianconero, potrebbe restituirgli definitivamente il sorriso placandone gli eventuali retropensieri. Se invece arrivasse la debacle, chissà. Tutti gli scenari andrebbero a quel punto ridisegnati, a cominciare dalla conferma di Sarri che, secondo France Football, «rimane un oggetto non identificato, un figlio di operaio testardo che sta alla Vecchia Signora quanto un marziano con una ricca ereditiera». Che sia tutto vero, verosimile o falso non si sa.

Di sicuro risulta particolare il tempismo con cui oltralpe hanno deciso di descrivere gli umori di CR7 datati dieci mesi fa. Un umore che ieri potrebbe anche essersi nuovamente rabbuiato, visto che la Lega Calcio ha nominato Paulo Dybala miglior giocatore dell'ultima serie A e Ciro Immobile miglior attaccante. Lesa Maestà.

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