Cristian: «Tutta colpa mia». E sul web rivogliono Miha

Il tecnico: «Qui si è spenta la luce». E amareggiato: «Ho ricevuto attacchi personali che mi hanno ferito»

Cristian: «Tutta colpa mia». E sul web rivogliono Miha

È stato il primo a mostrare il petto dinanzi al plotone d'esecuzione. «Sono io il responsabile» ha esordito così nel pomeriggio che ha trascinato lui e il povero Milan sul bordo del baratro. Cristian Brocchi si è dimostrato uomo vero assumendosi responsabilità che non sono tutte sue. Una sola stoccata polemica, dopo aver spiegato il tracollo fisico e calcistico, dei suoi. «Ho ricevuto attacchi sul lato umano che mi hanno molto ferito ma li tengo per me» la frase che non ha bisogno di molte spiegazioni. L'accusa, spesso sotterranea, è stata quella di fare la formazione gradita al presidente per via dell'utilizzo di Boateng contro il Carpi, considerata dall'interessato una pugnalata alla schiena. Invece lucida è stata la sua analisi dinanzi alle macerie milaniste di Verona. «Si è spenta la luce e non siamo stati in grado di riaccendere l'interruttore» la metafora giusta per una squadra rimasta al buio. E perciò adesso finita in un vicolo cieco anche perché si è capito che dinanzi alle difficoltà, invece di reagire, di serrare i ranghi, come è successo alle squadre di rango, «si è disunita e ha finito con il non essere più squadra in campo». Senza tacere tra l'altro del crollo fisico che è forse il dato più allarmante del nero pomeriggio veronese.

Ma Brocchi è stato risparmiato dalle critiche e dai giudizi velenosi del popolo rossonero che ha puntato tutto sul peccato originale, cioè la sostituzione tardiva a cinque turni dal gong, di Sinisa Mihajlovic. Che in effetti non ha dotato il Milan di un impianto di gioco ma godeva dell'appoggio e del sostegno dello spogliatoio, elemento indispensabile per chiudere la stagione con qualche colpo di reni. Perciò ha preso a circolare sul web il suggerimento di richiamare proprio Sinisa, operazione al momento considerata dai cronisti di casa Milan da scartare perché si è speso il presidente Silvio Berlusconi. Il quale ha fin dal primo momento spiegato di averlo fatto nella speranza di ottenere, nel ridotto tempo a disposizione del tecnico della primavera promosso in prima squadra, un miglioramento stilistico.

Il gioco non è decollato e anche la classifica ha preso a piangere perché nelle tre sfide che venivano considerate utili per spiccare il volo, contro Samp, Carpi e Verona, è arrivata la miseria di 4 punti. Consentendo al Sassuolo di farsi sotto minaccioso.

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