Nonostante l'avvio deludente di stagione, Boateng è nel mirino del Bayern che presenterà un'offerta di 25 milioni già a gennaio. Fantasia: uno che va e uno che torna. «Voglio il bene del Milan. Mi è piaciuto stare lì, mi sentivo a casa. È uno dei club in cui, se oggi dovessi fare una scelta, mi immagino di tornare. Di solito non si torna dove si è già stati ma il Milan è un grande club». L'ha detto Ibra, per davvero, era in ritiro con la sua nazionale e a un certo punto ha iniziato a parlare del Milan. Adesso sarebbe lecito chiedersi cosa succede quando sono in ritiro con la loro nazionale, cosa prendono , ma è ancora più interessante sentire la spiega della sua improbabile impennata: «Non che ci stia male se non vince, ma vorrei che il Milan andasse bene. Voglio che abbiano successo e c'è solo da sperare che vada tutto per il meglio. Ma se hanno bisogno di me, io ci sono». Addirittura.
Qualcuno l'ha letta come un'apertura, e ha subito ipotizzato Galliani al lavoro per testarne la fattibilità. Ricorda la storia di Ricardino Kakà, stessa dinamica, medesimo addio tormentato, incasso di lusso, nostalgia, e ora anche identiche dichiarazioni d'amore a distanza, Madrid o Parigi non fa differenza. Solo che Ibra, diciamolo, un po' si era sbilanciato: «Al Psg per me è tutto molto eccitante. Ora preferisco vincere qualcosa giocando male, questa è la mia mentalità, e qui adesso vinco tutto. Ogni anno mi miglioro e questo è un passo avanti nella mia carriera. Il Milan? Al Milan sono dei poveracci». E poi venne fuori la storia dell'assegno.
Adesso cosa sia successo è inspiegabile, non rientra nei suoi periodici mal di pancia perché a Parigi c'è appena arrivato e incassa una cifra che nessuno può garantirgli ad eccezione di quegli Stati in cui non si può uscire di casa senza correre il rischio di finire mitragliati o saltare assieme a un ordigno. Insomma più che il prezzo dell'ingaggio si incassa quello per rimanere lontano dalle pallottole. Il Psg non sta andando benissimo, il Porto in Champions gli ha rifilato una lezione mica male, ma lui sta tirando alla grande, la Ligue 1 non può sfuggirgli e da solo ha fatto più gol di tutta la rosa rossonera di questo inizio stagione. Di sicuro il vuoto che ha lasciato è palpabile perfino sugli spalti deserti del Meazza e che abbia lasciato tanti amici non c'è dubbio, sempre pronto a ricordare che lui dal Milan non sarebbe mai andato via, ce l'hanno mandato. Però resta un'uscita a vuoto.
Anche perché non è così sicuro che in via Turati si soffra della medesima nostalgia, anzi sembrerebbe che il nuovo trend sia lontano qualche miglio dall'ingaggio dello svedese che, come Kakà, si diverte a rilasciare certe dichiarazioni, meno quando si parla di soldi. Autoridursi l'ingaggio è un verbo che nessuno di loro due ha mai coniugato, neppure in ritiro con la loro nazionale.