Trotta e Falcinelli sono due amici. Se la spassano in Calabria, giocando con il Crotone promosso in serie A. Ieri la squadra di Nicola è entrata nella storia, vincendo la sua prima partita del massimo campionato. Ha battuto il Chievo. Trotta e Falcinelli ne hanno approfittato per allestire una gag che nemmeno nei cortili dei peggiori asili di Caracas. Quando l'arbitro Pairetto ha fischiato un rigore a favore del Crotone i due hanno preso a litigare, come bambini capricciosi, Trotta ha preso il pallone tra le mani, lo ha tenuto stretto al petto, Falcinelli ha cercato di portarglielo via, «no, lo calcio io», «no, è mio e lo gestisco io», Trotta ha rivolto lo sguardo verso la panchina, dove l'allenatore Nicola aggiustava, con la mano, l'ondame dei lunghi capelli, non sapendo se scoppiare a ridere o mandare la coppia in parrocchia. Ai due si sono, quindi, affiancati i colleghi Rosi e Barberis, per intercedere, dividere, consigliare. Niente, Trotta ha continuato a stringere al petto il giocattolo conquistato, Falcinelli, con il taglio cotonato dei capelli, ha allargato le braccia, pure lui guardando pietoso, verso l'allenatore, sperando di essere compreso così che il contenzioso venisse risolto, Rosi e Barberis hanno desistito. A questo punto, Sorrentino, portiere del Chievo, ha abbandonato il proprio domicilio, ricordando la canzone del crotonese Rino Gaetano, Nuntereggae più, ha chiesto alla coppietta di darsi una regolata, avendo lui fretta di rientrare negli spogliatoi, per l'intervallo e faccende varie. Falcinelli, già reduce da uguale show con il collega Palladino, contro la Lazio, ha dovuto arrendersi, come uno scolaro punito, si è avviato fuori dall'aula, anzi area di rigore, forse prendendo a gufare.
Trotta ha baciato il pallone, prima di appoggiarlo delicatamente sul dischetto, la corsa è stata breve, ha calciato, segnato ed è incominciata la sagra degli abbracci dei suoi sodali. Tra i quali il succitato Falcinelli, che ha poi ribadito il successo calabrese con un gol tutto suo. Crotone finalmente fa festa: una vittoria, un pallone, due bambini.
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