Forse ha ragione Paolo Bettini: «Perfetti fino a due giri dalla fine». Però non è bello che lo dica lui. Non è bello che scarichi tutte le responsabilità sui corridori. «Fino a due giri dalla fine, la gara è andata come volevamo - spiega il ct azzurro -. Poi, a quel punto, i ragazzi sapevano di dover decidere loro. Così Nibali ha provato a due giri dalla fine, poi hanno deciso loro come avvicinarsi al Cauberg, secondo quello che avevano nelle gambe».
Gara perfetta fino a due giri dalla fine, poi gli azzurri si fanno prendere la mano. Gli uomini da battere sono tutti lì, con Gilbert e Valverde in bella evidenza, appure Nibali decide di andare al massacro a due giri dalla fine, anziché stare coperto e agire di rimessa. «Abbiamo cercato di fare del nostro meglio - dice il siciliano -, nelle fughe ci siamo sempre stati, siamo stati sempre davanti. Io ho provato a due giri dalla fine, ma ero troppo marcato e non sono riuscito a portare via la fuga. Nel finale abbiamo cercato di fare una buona azione con Gatto, ma i 265 chilometri si sono fatti sentire».
Moreno Moser, il più giovane dei mondiali, è abbastanza soddisfatto della sua prova: «La nostra strategia era quella di anticipare un arrivo come questo, ci hanno provato Marcato e Nibali. Nel finale siamo rimasti una quarantina, abbiamo provato a tenere davanti Nibali e Gatto, poi è andata come è andata».
Giornata difficile, quella di Oscar Gatto, alla fine il migliore dei nostri, anche se solo tredicesimo: «Sono caduto a tre quarti di corsa (ha una evidente ferita al ginocchio destro, ndr), poi ho fatto una volata non all'altezza della situazione - ammette con sincerità -. Nibali ha tirato forte, io ho aspettato perché avevo paura di partire troppo lungo, poi sono stato anticipato. Peccato perché stavo bene, ma abbiamo fatto un ottimo lavoro». Lasciato a metà.
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