
Nel campionato più refrattario a valorizzare i giovani calciatori, scoppia improvvisamente la baby-mania delle panchine. Nonostante la presenza dei Sarri e dei Gasperini, signori già pronti per la pensione, persino con la legge Fornero, l'età media dei tecnici si sta abbassando: sull'onda dei Pisacane (39 anni, neotecnico del Cagliari) e dei Fabregas (il 38enne condottiero del Como rivelazione, che l'Inter ha inseguito vanamente), è il Parma ad osare più di tutti, facendo addirittura un ulteriore salto generazionale. Dal prossimo campionato sulla panchina emiliana ci sarà infatti Carlos Cuesta, sconosciuto tecnico maiorchino che sulla carta d'identità fa segnare addirittura 29 anni. Un vero record che pone Cuesta come il tecnico più giovane dell'intera storia della serie A.
Un allenatore voluto dall'ad del Parma Cherubini che già lo aveva avuto alle sue dipendenze nelle giovanili della Juve. Perché Cuesta, nonostante la giovanissima età, è un tecnico con un lungo curriculum, dopo aver smesso di giocare praticamente ai tempi del settore giovanile. Poi tanta voglia di studiare e di farsi strada che l'ha portato in vari club europei, a partire dall'Atletico Madrid per finire all'Arsenal come vice di uno dei grandi santoni del momento come Mikel Arteta.
Proprio queste sue esperienze gli hanno aperto le porte del Parma che l'ha strappato a Leicester e Norwich. Adesso bisogna vedere come se la caverà nella gestione di giocatori che sono più anziani di lui, come Osorio, Hernani o addirittura il bosniaco Milan Djuric che a 35 anni può essere veramente suo fratello (molto) maggiore.
Fenomeno assolutamente in controtendenza in un ambiente come il calcio italiano in cui invece non si ha il coraggio di buttare nella mischia i baby calciatori. Ormai per un nostro giovane si è capito che è meglio emigrare all'estero (come avviene in altri settori lavorativi), piuttosto che attendere un posto fisso in serie A. Basta scorrere l'elenco dei convocati nella Under 21 agli Europei per imbattersi, in gran parte, in semisconosciuti, cosa che ai tempi degli azzurrini di Vicini, Maldini o Tardelli non avveniva di certo. Basti pensare che uno dei più quotati, Cesare Casadei del Torino, a 22 anni conta solo 63 partite in prima serie (soprattutto in Inghilterra) e appena 15 in serie A col Torino.
Se poi si scende nella Under 20 il panorama è ancor più imbarazzante: Bartesaghi a 19 anni conta 10 presenze nel Milan, Konate a 20 anni ne ha 19 nell'Empoli, e Chiarodia ne ha 25 solo perchè gioca in Germania. Persino il celebrato Camarda ha raccolto solo 12 spezzoni di partite nel Milan in due anni. Speriamo che i baby allenatori spingano in basso anche l'età media dei calciatori.