Dai Mondiali alla Champions che vita dura

di Riccardo Signori

Dove sono finiti i campioni del mondo? Ne trovate tre, solo tre, desolatamente tre, nelle semifinali di Champions League. Detti i nomi, Umtiti e Dembelè made in Barcellona, il portiere Lloris made in Tottehnam, capirete che siamo al minimo garantibile. E i croati vicecampioni? Anche peggio: un paio seminati tra Barcellona (Rakitic) e Liverpool (Lovren) e gli altri grossi calibri (Modric, Mandzukic, Kramaric, Brozovic e Perisic) a piangere su una stagione non proprio esaltante. Che, poi, lo stesso discorso accompagna Pogba e Griezmann, Matuidi, Varane, Mbappè, Tolisso e compagnia sognante. Forse se la passano meglio i semifinalisti inglesi, non a caso due squadre loro sono fra le quattro elette della Champions. Invece gli altri semifinalisti, i belgi, si sono visti metter in seconda linea perfino Courtois, portiere retrocesso al Real con il ritorno di Zidane. Qualcuno magari si consolerà con l'Europa league. Ma, suvvia, campioni e vicecampioni del mondo potevano sperare in qualcosa di più sfavillante. E grazie tanto al Barcellona, che ha regalato un po' di aurea glorificazione ai protagonisti-finalisti di Russia 2018.

Il calcio tradisce, soprattutto non aspetta. Le fatiche post mondiali sono un classico per seminare delusioni. Le nazionali spremono, pretendono tutto e subito avendo poco tempo a disposizione: non a caso gli allenatori dei club non gradiscono ma subiscono. E se la Francia ha costruito un percorso che l'ha portata al successo passo dopo passo, così come fece la Spagna, è altrettanto vero che il rischio di veder sgretolare il bel castello in poco tempo è altrettanto probabile. Valga l'esempio della Germania post Brasile 2014 che, in quattro anni, è deflagrata alla faccia di quelli che ci raccontavano di un nuovo modello, di una scuola di eccellenze.

E quando si tratta di competizioni per club la nazionalità diventa un optional, come il titolo di campioni del mondo. Per esempio, se andiamo a dare un'occhiata alle quattro semifinaliste, Barcellona, Tottenham, Liverpool, Ajax, vedremo che la squadra con più giocatori fatti in madre patria è l'Ajax (13 su una rosa di 28), Liverpool e Tottenham fanno pari (8 a testa) e il Barcellona ha solo 5 spagnoli su una rosa di 23 giocatori, fra i quali Lionel Messi. Che dire? Vale chi sceglie bene, anzi meglio. Sei, poi, il calcio parlasse solo a suon di numeri, ovvero di valori di mercato, potremmo dire che la vera finale sarà quella fra gli spagnoli e il Liverpool: gli uni hanno un valore di rosa che i siti specializzati quantificano in un miliardo e 18 milioni di euro, il Liverpool vale 950 milioni, mentre Tottenham (835) e Ajax (420) reggono la coda.

Il francese Dembelè (120 milioni) è il ragazzo d'oro fra i cinque finalisti mondiali presenti alle semifinali, eppure, Messi (160 milioni) e Kane (150) a parte, non basta una medaglia d'oro per dire che sei il più bravo, se non il più bello, del reame. Campioni si, non sempre Champions.

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