Dategli una Ferrari che sia una vera Ferrari. Date a Leclerc una macchina vincente e al resto penserà lui. Il popolo ferrarista si ritrova a festeggiare inaspettatamente e immeritatamente un secondo posto nella prima gara dell'anno post Codid della Formula 1. Un regalo confezionato dal ragazzino, diventato uomo squadra, bravissimo ad approfittare della situazione e a cogliere il massimo possibile. Due sorpassi straordinari a Norris e a Perez (ma la Racing Point ora deve studiare le strategie) e poi la penalizzazione di Hamilton lo hanno spinto in paradiso. Non è questa la vera Ferrari, la SF1000 oggi è una monoposto con problemi di aerodinamica, telaio e motore, un'auto che ha faticato a tenere il ritmo di Racing Point e di McLaren e non era minimamente a portata di Mercedes e Red Bull, ma almeno è affidabile. Mentre tutti nel finale hanno dovuto rallentare per arrivare in porto, Leclerc ha potuto spremere la sua monoposto e andare a cogliere un risultato straordinario. Binotto è al centro del mirino in questo allarmante inizio di stagione, ma almeno gli va riconosciuto di aver fatto la scelta giusta nel puntare tutto su Charles.
Lassù c'è qualcuno che continua ad amare la Ferrari. A tal punto da salvarle la faccia e l'onore in un finale di gran premio che stava diventando davvero imbarazzante e che invece alla fine lo è stato solo per Sebastian Vettel, finito a punti, sì ma dietro a un super Giovinazzi dopo un incidente con Sainz per cui i commissari non hanno trovato colpevoli, ma in cui Seb è stato un po' ingenuo. La performance della Ferrari non vale il secondo posto di Charles, ma neppure il decimo di Seb. Aspettando le novità, la Ferrari è dietro a Mercedes e Red Bull e fatica a stare davanti a McLaren e Racing Point. Un secondo posto in condizioni così è un regalo che non va sprecato L'affidabilità giocherà una parte importante in questo campionato e se i motori Ferrari sono sembrati decisamente spompati, quelli Mercedes non sono sembrati affidabili al cento per cento con Bottas e Hamilton che hanno dovuto giocare con le temperature e Perez finito arrosto.
Là davanti la Mercedes si è subito trovata a dover gestire un imprevisto: la penalizzazione tardiva di Hamilton che è stato retrocesso di tre posizioni sullo schieramento per non aver rispettato le bandiere gialle in qualifica. Per la manovra era già stato processato e assolto, ma la Red Bull ha insistito, ha portato come prova un nuovo filmato (ma i commissari che tv guardano?) e Lewis è stato punito quaranta minuti prima del via. Allucinante. Come abbastanza allucinante è stata poi la punizione che gli è stata data (5 secondi, quelli che lo hanno buttato giù dal podio) per l'incidente con Albon. A giudicare da come (non) ha mosso il volante della sua Mercedes poteva essere considerato un semplice incidente di gara, ma forse qualcuno ha dimenticato come corse qui un anno fa Verstappen.
Alla fine ha vinto Bottas che dopo la pole si è preso il successo resistendo all'arrembaggio di Hamilton che neppure i messaggi radio dei box riuscivano a placare («Mi dite di non usare i cordoli, ma guardate come li usa Bottas!»). Il finlandese non è nuovo alle partenze a razzo, ma per giudicare se è un candidato credibile al titolo mondiale, bisognerà capire come reagirà Hamilton. Tutto dipende da lui. In questo weekend Lewis è stato perfetto fino a sabato mattina, poi ha commesso qualche errore di troppo.
Forse si è concentrato eccessivamente sulla cerimonia pre gara, quella che lui ha voluto vivere in ginocchio, ma che molti giovani colleghi non hanno seguito. Ma questo è un altro discorso. Un po' come il podio con distanziamento sociale e champagne.
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