La Davis torna all'antico ma ormai il danno è fatto

L'Itf si riprende l'insalatiera d'argento. La Coppa è però in frantumi. Arduo riattaccare i cocci

La Davis torna all'antico ma ormai il danno è fatto

Gerard Piqué, ex difensore del Barcellona, quando si è ritirato per fare l'uomo d'affari è partito citando Warren Buffett: «Non investire mai in un affari che non puoi capire». Ha messo in campo un assegno di 3 miliardi di dollari firmato dalla sua Kosmos, con la promessa che in 25 anni la scricchiolante Coppa Davis sarebbe diventata una miniera d'oro. Solo dopo tre stagioni invece l'Itf si è ripreso il giocattolo manomesso, perché quei soldi non sono mai arrivati: «Ci siamo assicurati di avare sufficienti riserve economiche. E in qualità di custode della competizione gestiremo tutto da programma, con la Final 8 che si terrà a Malaga a novembre». Come voleva Piqué ma senza di lui.

Ecco cosa vuol dire stravolgere una tradizione con troppa fretta: la Davis aveva bisogno di una rinfrescata, ma l'idea di trasformarla in un campionato del mondo tipo quello di calcio - sede unica e partite a raffica - è fallita davanti all'evidenza. Il tennis non è il football, e se non c'è una squadra di casa (e non ci sono dei top da vedere) il pubblico alle partite non ci va. Non era più la Davis e non si doveva più chiamarla così. E gli accorgimenti di quest'anno (i quattro raggruppamenti in sedi diverse per l'accesso alle finali) sono stati un bagno di sangue economico. Insomma: la Kosmos il tennis non l'ha proprio capito, e neppure ha capito il monito di Buffett.

Il problema è che adesso l'Itf si riprende in casa un'insalatiera d'argento ridotta a una ciotola finita per terra, e i cocci sono suoi. Ben le sta (l'Italia votò a favore della rivoluzione), però resta che la Coppa non potrà mai tornare quella di prima: il calendario ormai è intasato da altri tornei (non ultima la United Cup mista maschile- femminile, che forse è stata la novità più interessante) e i big non sono certo disposti a rivivere una formula antica che li aveva portati a snobbare l'evento.

Così alla fine quest'anno si terrà il modello del 2022, ma urge trovarne uno nuovo per quella che la federazione ha definito «la più grande competizione sportiva a squadre nello sport». Se fosse stata davvero così grande, di sicuro bisognava trattarla meglio.

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