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Calcioscommesse, la Fgci annulla la penalizzazione di due punti per il Napoli

Sconfessata la sentenza di primo grado, assolti Cannavaro e Grava. Riscritta la classifica: ora la squadra di Mazzarri ha 42 punti come la Lazio

Calcioscommesse, la Fgci annulla la penalizzazione di due punti per il Napoli

Il Napoli ce l'ha fatta: la Corte di giustizia della Federcalcio ha accolto il ricorso e ha tolto alla squadra di Mazzarri i 2 punti di penalizzazione in classifica, inflitti dalla Disciplinare per il processo calcioscommesse relativo a Samp-Napoli. Una vittoria dei suoi legali e una sconfitta della responsabilità oggettiva e di tutta l'impalcatura che il calcio difende,. talvolta sfiorando l'inigiustizia. Ma, come si dice, meglio scegliere il male minore. Riscritta la classifica (il Napoli ha 42 punti come la Lazio), assolti Cannavaro e Grava. Vittoria su tutto il fronte. Ora il calcio dovrà rivedere regole e regolamenti e spiegare la sconfessione in toto della sentenza di primo grado.

«Leggo solo un paio di cartelle, non vi spaventate». Comincia così il discorso del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, in difesa del club e contro la penalizzazione subita di 2 punti in classifica fatto davanti ai giudici della Corte di giustizia federale per il processo d'appello. Ma tutti sanno che quando il presidente prende la parola scorre un fiume, si alza la tempesta e non se la scampa nessuno. Così è stato anche questa volta, in difesa del Napoli e dei due giocatori sotto squalifica. «Sono qui a rappresentare la mia società, perchè credo in questa giustizia anche se dopo il primo grado la mia fiducia è stata messa a dura prova. Non è facile per chi si ritiene innocente vedersi un punto di penalizzazione oltre a una rilevante ammenda che, all'esito di una sentenza anticipata da giornali, è stata poi raddoppiata: 2 punti da scontarsi a campionato in corso e due giocatori fondamentali fuori dai giochi a campionato in corso. Tutto ciò è un percorso non plausibile, l'abbiamo accettata ma non la condividiamo. Come presidente ho avuto dai miei giocatori la rassicurazione che non è stato assunto nessun comportamento illecito. I miei giocatori hanno già subito un grave danno dalla squalifica, un titolare come Cannavaro e una riserva di valore come Grava. L'abbiamo accettata perchè diversamente non potevamo fare, ma non possiamo accettarla perchè ingiusta e offensiva».

Tutto bello, tutto giusto, ma parlano i fatti, contano le sentenze e le convinzioni dei giudici. Nel calcio è molto più facile essere squalificati rispetto ai processi ordinari. Esiste la responsabilità oggettiva: male necessario anche se talvolta a rischio di ingiustizia. E infatti De Laurentiis non ne ha negato l'importanza. «La responsabilità oggettiva va mantenuta ma non appiattita. Non vogliamo riformare con questo procedimento tale istituto, ma solo discernere il vero dal falso. Abbiamo bisogno di voi, vi chiediamo obiettività. Il nostro campionato ce lo stiamo giocando sul campo e sul campo vorremmo misurarci contro tutti i nostri competitor. Nessun asterisco può essere accostato al nostro campionato, nessun handicap ai miei giocatori, pena la credibilità del nostro calcio. Da quello che emerge dalle carte ci vuole proscioglimento».
Il calcio con l'asterisco ormai è un triste modo di convivere del nostro calcio con processi, giudizi e sentenze. Ci vorrebbe un calcio senza asterischi. Di chi la colpa? Del mondo del calcio, ovviamente.

E il procuratore federale Palazzi, prima della sentenza, ha sostenuto che i presupposti per mantenerli: «Esistono i requisiti per applicare la responsabilità oggettiva: il tesseramento di Gianello, il tesseramento degli altri due calciatori (Cannavaro e Grava, ndr) accusati di omessa denuncia, e il collegamento di quel comportamento illecito all'attività sportiva».

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