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Depressione ferrarista. Lo dicono occhi e parole

Depressione ferrarista. Lo dicono occhi e parole

In fondo l'approccio è stato coerente. Sabato la Ferrari aveva rinunciato a una possibile pole per conservare un treno di gomme morbide per la gara in chiave lotta per la vittoria, e ieri ha messo in pista un disastro perché guai a partire come l'anno scorso quando aveva centrato la doppietta in Bahrein e due successi nelle prime tre gare per poi abbandonare i sogni di gloria in corso di stagione. Come per la pole, meglio tenere qualcosa per il dopo. Questo almeno ci conviene pensare, perché a prendere troppo sul serio la gara di ieri vien male. Occhi, espressioni e parole di Charles e Carlos parlano chiaro; sono una tac dell'anima, la Ferrari è a rischio depressione. Salvo miracoli tecnici, il dopo che ci attende potrebbe essere molto magro. Due decimi di distacco dalle Red Bull in qualifica, un abisso in gara capace di rasentare il secondo mentre dei roditori nascosti sulle gomme posteriori ne divoravano le mescole hanno trasformato la corsa dei ferraristi in una Dakar. Dulcis in fundo, il ritiro del monegasco. Fred Vasseur, l'uomo che ha sostituito Binotto al comando, è sembrato choccato per il guasto alla SF23 di Leclerc, perché l'affidabilità nel 2022 si era rivelata la bestia nera ferrarista e pensava fosse un male debellato. Invece, la centralina. Ieri questo, domani, a Gedda, prossimo Gran premio, potrebbe essere altro. Le gambe tremano mentre la Red Bull è di un'altra categoria, per dirla con le parole di Charles, e deve per forza aver trovato qualcosa per andare così.... Che cosa? La leggerezza, è la risposta schietta e semplice di un riposatissimo Verstappen. Per la proprietà più semplice della matematica, l'addizione, basta fare Red Bull iridata 2022 più leggerezza 2023 e il risultato finale del campionato appena partito è presto calcolato: tris dell'olandese al volante. L'addizione è utile anche per capire come mai abbiano impressionato un pilota di oltre 41 anni come Alonso e il suo compagno figlio di papà con i polsi malconci e imbottito di anti dolorifici: prendi un bravo tecnico italiano di nome Luca Furbatto, mettilo a capo del reparto tecnico, sommaci l'acquisto di validi ingegneri e aerodinamici ex Red Bull, et voilà. Anche questo calcolo è semplice. E per chi dubitasse, c'è anche la prova del nove: è sufficiente chiedere al team principal Red Bull, Horner: «Brava l'Aston, auto che mi sembra molto familiare...

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