Davide Pisoni
È un derby bestiale quello che beffa l'Inter ed esalta il Milan al minuto novantasette. La prima stracittadina del Dragone è decisa dall'occhio di falco che convalida il gol di Zapata del pareggio. E il triplice fischio di Orsato suona per i nerazzurri come un diabolico canto del gallo (di fuoco), a cui è dedicato l'anno cinese. Mentre per i rossoneri è come il suono delle campane di Pasqua con qualche ora di anticipo. Dunque protagonisti sono anche i due orologi dell'arbitro: su un polso il cronometro allunga la partita a sette minuti di recupero, sull'altro polso ecco che arriva il messaggio che la palla colpita dal difensore rossonero ha varcato interamente la linea di porta. L'occhio del falco ci vede benissimo per lo sconforto di Pioli e per la gioia sfrenata di Montella.
Così la goal line technology che decide un Inter-Milan è cosa da impazzire. Nel bene per i rossoneri che scoprono il bello di segnare a tempo ampiamente scaduto dopo aver urlato di rabbia a Torino contro la Juve. Niente come il pallone ha una legge che dà e toglie quando meno te lo aspetti. Nel male diventano pazzi i nerazzurri che confermano di avere insito nel loro dna lo psicodramma. Ma stavolta è una «batosta» da cui sarà difficile rialzarsi, per stessa ammissione di Candreva.
Il derby cinese giocato a mezzogiorno, a favore del prime-time orientale, restituisce emozioni e profumi di altre epoche, usanze dimenticate (Handanovic col cappellino) e la nebbia dei fumogeni. Il pranzo resta sullo stomaco ai vertici dell'Inter targata Suning con il patron Zhang Jindong rimasto a casa, mentre è un'abbuffata alla prima da presidente del Milan per Yonghong Li. Anche se la sua curva, la sud, aveva criticato la lega calcio: 12.30: All you can eat: buon appettito lega italiana.
Il sabato di Pasqua è così il giorno del silenzio nel quale sprofonda l'Inter dopo aver sognato per novantasei minuti la resurrezione dopo i ko con Sampdoria e Crotone. Ma il Milan l'ha rispedita nel sepolcro-ritiro della Pinetina, castigandola nel modo più crudele. Il risultato è la fotocopia dell'andata, un doppio 2-2 che si era mai verificato una sola volta nella storia del derby (nel '98-99, anno dello scudetto del Milan di Zaccheroni). Anche a novembre il gol di Perisic arrivò in pieno recupero. Il neo ad rossonero Fassone infierisce: «Non poteva esserci inizio migliore». Il derby delle parole regala anche una ruggine tra Montella e Pioli. «Giusto il recupero in più, loro perdevano tempo da venti minuti...», dice il rossonero; «Parla troppo degli avversari...», la replica dell'interista che però si incarta con i cambi, la difesa a tre e fa traballare la sua panchina.
Effetti collaterali di un finale in cui Orsato è stato scortato negli spogliatoi tra i nerazzurri arrabbiati. Lo stesso arbitro, che in Juve-Inter era stato determinante nella squalifica di Icardi per la pallonata a Rizzoli, e che ieri a fine primo tempo aveva detto a muso duro all'argentino: «Vada via, conto fino a cinque...». Già, l'attaccante nerazzurro. Poteva essere il suo derby: a segno all'ottavo tentativo contro il Milan all'ombra della Madonnina. Un gol facile ma pesante. Quello del raddoppio dopo l'uno a zero di Candreva, complice dormita di De Sciglio e incertezza di Donnarumma. Un due a zero troppo pesante per un Milan partito meglio, anche un palo di Deulofeu, ma finito sull'orlo del baratro, colpito dall'Inter ai primi due tiri in porta. Nerazzurri cinici ma spreconi a inizio ripresa con Perisic, errore che ha aperto la strada alla rimonta rossonera quando Montella nel finale ha finito con cinque attaccanti.
La zampata di Romagnoli e, soprattutto, la spaccata in extremis di Zapata lasciano Icardi, capitano triste y solitario in mezzo al
campo. Piegato sulle ginocchia. Senza festa per il suo primo gol nel derby con la sola forza di dire: «Non si possono prendere gol così». Invece si può nel primo e pazzo derby cinese. Infinito e deciso dall'occhio di falco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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