Dapprima fu l'Inter di Fraizzoli e della coppia Mazzola-Beltrami, la volpe e il gatto secondo la famosa definizione di Massimo Giacomini che invece stroncò quella di casa sua, composta da Rivera e Vitali con la versione crudele il gatto e il gatto. Sbarcarono in Cina in una calda estate di fine anni Settanta trascinandosi dietro Altobelli e Beccalossi appena acquistati dal Brescia. I tempi forse non erano maturi per convincere quel popolo a innamorarsi del calcio italiano. Adesso sì. Ed è proprio la tv lo strumento utilizzato per trasformare lo sbarco del capitale cinese nel nostro pallone in un autentico affare di ritorno. Già, perché è di ieri la decisione, storica per certi versi, della Lega calcio serie A di far disputare il prossimo derby di Milano alla vigilia di Pasqua e in un orario non consueto: alle 12.30, che significa poter trasmettere in Cina l'evento alle 19.30 con tutto quel che ne consegue. Gli inglesi, maestri nel marketing, sono arrivati come al solito primi al traguardo. Proprio l'anno scorso, il derby di Manchester fu apparecchiato alle 12.30, all'ora del brunch nel Regno Unito per soddisfare le esigenze dell'immensa platea televisiva e calcistica dell'estremo oriente. Adesso che in Cina hanno scoperto il calcio, hanno conosciuto Marcello Lippi diventato nel frattempo ct della loro nazionale, le donne cinesi hanno perso la testa per Fabio Cannavaro e hanno offerto stipendi da nababbi a gente tipo Pellè e Pato, beh è venuto il tempo di percorrere la stessa strada degli inglesi.
E non solo perché, come hanno suggerito alcuni esperti, c'è da rinegoziare i diritti tv del prossimo triennio calcistico (2018-21) che promettono una dura dieta dimagrante alle società e al loro miliardo di euro incassato nel passato, ma perché questa volta il derby di Milano può diventare un derby cinese a tutti gli effetti.
Da alcuni mesi, ad Appiano Gentile, si è insediata la famiglia Zhang lasciando a Zhang junior il compito di governare il club. Il papà non ha lesinato investimenti facendo sognare i tifosi della Benemata con Joao Mario e Gabigol che pure è dato per disperso. Ha sbagliato la prima mossa con de Boer ma poi ha dato retta ad Ausilio e ha azzeccato il cambio con Pioli. Altri colpacci di mercato sono pronti a sferrare nella prossima estate. Sull'altro ramo calcistico meneghino sta per sventolare la bandiera sconosciuta di Yonghong Li che ha dapprima preparato un fondo, poi, a causa delle restrizioni decise dal governo del suo paese in materia di esportazione di valuta, ha dovuto cambiare strategia chiedendo e ottenendo prestiti da futuri soci. Tra oggi e domani farà arrivare sul conto di Fininvest altri 100 milioni e le parti hanno concordato l'ennesima data di chiusura del closing per il prossimo 7 aprile, proprio qualche giorno prima del derby di sabato santo.
Sarà il primo in salsa cinese. Ma ne avremo subito un altro nell'estate 2017. Perché il programma di preparazione di Inter e Milan prevede già un'altra incursione in Cina con appuntamento al Nanjing Olympic Sport, stadio dello Jiangsu Suning, per una partita dell'International Champions Cup, insomma un'altra amichevole che serve per fare soldi, attirare sponsor e fidelizzare il pubblico che comincia a stravedere e a dividersi tra neroazzurri e rossoneri. A Pechino ci fu già un precedente favorevole ai milanisti nell'estate del 2011.
Allora, con i gol di Ibra e Boateng, Allegri mandò di traverso la Supercoppa a Gasperini appena arrivato sulla panchina bollente interista. Ma allora c'era il regno di Berlusconi e Moratti sul quale batteva ancora il sole.
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