diario dai giochi 2 La mia Olimpiade alternativa: quella da mamma

di Ninna
Caro diario, oggi ho davvero tante cose da raccontare, la prima è che stamattina ho provato qualche senso di colpa, ora ti spiego perché. Come al solito (ma sarà l'ultima volta, lo giuro, ho finalmente memorizzato ogni numero di bus) ho fatto casino e calcolato male i tempi, arrivando alla base delle piste su un mezzo stracarico di tifosi, appena cinque minuti prima dell'orario previsto per il via. Mettici poi le scale, i controlli, fatto sta che mi sarei senz'altro persa i primi 3-4 numeri se la gara non fosse stata rinviata per un problema tecnico alla seggiovia. Scoprire poi che quel ritardo è forse costato la medaglia d'oro a Innerhofer mi ha fatto pentire del pensiero «speriamo ritardino la partenza!!!». A parte ciò, è stata una di quelle giornate che ogni giornalista sogna di vivere quando segue un evento sportivo. Sono arrivate due medaglie per l'Italia, le ho vissute entrambe in diretta. Alla discesa di Rosa Khutur le tribune erano piene, mancava però quell'atmosfera di festa e partecipazione che invece ho trovato alla sera attorno al budello di ghiaccio dove Armin Zoeggeler è entrato nella storia vincendo la sesta medaglia olimpica consecutiva. Ricordo la sua prima di Lillehammer nel 1994, vent'anni, una vita fa. Il ragazzino riservato, serio e silenzioso di allora si è trasformato in un campionissimo, ma non è cambiato quasi niente: è sempre riservato e serio, solo un po' meno silenzioso, forse perché ha molte più cose da raccontare! Ho conosciuto anche Dominik Fischnaller, vent'anni, sesto, non considerato perché tutti stavano attorno ad Armin, e mi ha fatto ridere quando ha detto «speriamo che si ritiri e lasci spazio a noi giovani!». Di ritirarsi invece Armin non sembra aver molta voglia, deciderà in primavera. Domani, quindi oggi per chi legge, comincia anche la mia olimpiade alternativa e speciale, quella da mamma.

Nella supercombinata che apre il programma dello sci femminile Federica non ha ambizioni se non quella di fare una bella manche di slalom, per arrivarci dovrà arrivare in fondo alla discesa, possibilmente sana e salva. Per me conta solo quello.