«Dopo Curi, ultimo calciatore italiano morto in campo, ora tocca a Morosini e sono molto, molto triste», afferma il dott. Piero Volpi, medico sportivo ed ex sanitario dellInter. «Questo caso è simile a quello di Bovolenta e solo lautopsia dirà quali sono state le cause dellarresto cardiaco e delleventuale anomalia alle coronarie. E mi arrabbio ancora di più perché lItalia è allavanguardia nella medicina sportiva e vengono da tutto il mondo per visitarsi da noi». Certo che andando avanti così fare sport diventa un rischio. «Lo sforzo fisico è rilevante - continua Volpi - le prestazioni si alzano sempre più e anche lo sforzo per arrivare a quei limiti: allenamenti, stress, agonismo, oltre una certa asticella non si può andare. E quando la si supera scatta la casualità, quella frazione infinitesimale che non si riesce a controllare».
Quindi non si può prevenire o prevedere un arresto cardiaco, una domanda che in tanti si pongono e a questa risponde Edoardo Santoli, cardiologo e cardiochirurgo che giornalmente interviene sul cuore di sportivi e non: «Impossibile prevenire, mentre si possono prevedere o individuare possibili arresti cardiaci grazie agli accertamenti diagnostici che per gli agonisti sono particolarmente rigidi. E le cause sono tante e tutte collegate tra loro: fare sport senza dovuta cautela, incompletezza diagnostica per gli agonisti e uso di sostanze proibite. E importante è la tempestività dellassistenza dopo larresto cardiaco, lesperienza degli operatori e la corretta esecuzione delle manovre rianimatorie che consentono di tenere in vita lindividuo per 30/40. Se entro tale limite non si riprende, non cè più niente da fare».
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