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Cala il sipario su Djokovic: scatta l'espulsione

Vince il Governo australiano, il numero uno al mondo non potrà difendere il titolo a Melbourne

Cala il sipario su Djokovic: scatta l'espulsione

Novak Djokovic non giocherà gli Australian Open. L'appello ha dato ragione al Governo australiano. Questa la sentenza dei tre giudici che all'unanimità hanno deciso la cancellazione del visto.

È stata quindi confermata la motivazione con cui il ministro dell'Immigrazione, Alex Hawke aveva annullato il visto dello sportivo non vaccinato contro il Covid ossia che la sua presenza sul territorio australiano potrebbe essere un rischio per la salute e il "buon ordine" e "potrebbe essere controproducente per gli sforzi di vaccinazione da parte di altri in Australia".

Generalmente un ordine di espulsione include anche un divieto di tre anni di ritorno in Australia. Ora il numero uno del mondo dovrà lasciare il Paese quanto prima. Intanto la Corte Federale fa sapere che i legali di Djokovic non impugneranno la decisione. Nel corso del dibattimento, l'avvocato Nick Wood aveva tuonato:"Il ministro non ha considerato uno scenario alternativo: se Djokovic sarà espulso, una scelta che comprometterà la sua carriera, è abbastanza scontato che sarà questa decisione a poter generare sentimenti no vax".

Il quotidiano The Age ha pubblicato la prima reazione del campione serbo: "Sono estremamente deluso dalla sentenza della Corte che ha respinto la mia richiesta, il che significa che non posso rimanere in Australia e partecipare agli Australian Open. Rispetto la sentenza della Corte e collaborerò con le autorità competenti in relazione alla mia partenza dal Paese. Mi dispiace che l'attenzione delle ultime settimane sia stata su di me e spero che ora possiamo concentrarci tutti sul gioco e sul torneo che amo. Vorrei augurare ai giocatori, ai funzionari del torneo, allo staff, ai volontari e ai fan tutto il meglio per questa edizione. Infine, vorrei ringraziare la mia famiglia, i miei amici, la mia squadra, i tifosi, i tifosi e i miei compagni serbi per il vostro continuo supporto. Siete stati tutti una grande fonte di forza per me".

La ricostruzione

Il campione serbo è arrivato in Australia il 5 gennaio per partecipare agli Australian Open, in programma da lunedì 17 gennaio. In aeroporto è stato però bloccato e interrogato per alcune irregolarità riguardanti l'esenzione dal vaccino anti-Covid e il visto, ed è stato poi trasferito al centro di detenzione per immigrati del Park Hotel di Carlton in attesa dell'espulsione.

Il 10 gennaio il tennista, che ha dichiarato nel frattempo di aver avuto il Covid ed essere guarito, ha vinto il ricorso sul visto ed è stato rilasciato. Ma sono emerse altre incongruenze sui suoi documenti, nei quali dichiarava di non aver viaggiato nei precedenti 14 giorni all'ingresso nel Paese, quando invece a Natale sarebbe stato a Belgrado, passando poi per la Spagna prima di partire per l'Australia.

Djokovic ha assicurato che si è trattato di un "errore umano" del suo staff nella compilazione dei documenti. Ma nella polemica rientra anche una violazione della quarantena in Serbia: l'atleta ha riferito di aver fatto il 16 dicembre un test antigenico, nonostante fosse asintomatico, in cui è risultato negativo. Lo stesso giorno, per maggiore "prudenza", ha raccontato di aver fatto anche un tampone molecolare, che ha dato invece esito positivo.

Ma quando l'indomani ha incontrato un gruppo di giovani tennisti, ha precisato che non aveva ancora avuto il risultato, e un ulteriore test rapido era stato ancora negativo. Il 18 dicembre però, quando ha rilasciato un'intervista programmata all'Èquipe, era invece consapevole di essere stato contagiato, ha ammesso poi Djokovic, affermando di non aver cancellato l'impegno per non"deludere il giornalista".

Il 14 gennaio il ministero dell'Immigrazione ha annullato per la seconda volta il visto del tennista. Ma di nuovo la giustizia australiana ha accolto il ricorso del serbo e in un'udienza di emergenza il giudice Kelly, ha sospeso la sua espulsione. Dopo qualche giorno di allenamenti, il campione serbo è tornato in stato di fermo, facendo rientro al centro di accoglienza per immigrati.

Il caso è stato quindi deferito alla Corte federale, che si è espressa in maniera irrevocabile: Novak Djokovic è fuori dall'Australian Open, stavolta è davvero finita.

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