Il regalo lo scarta Rodrigo Palacio. In coda a un derby che a lungo ha indotto in tentazione, quella di rubare l'idea a Beppe Viola che nel lontano 1977 scelse nel servizio della Domenica Sportiva su un bruttissimo derby, di raccontare un altro Inter-Milan. Nacque il derbycidio. Tutto scongiurato dall'argentino che nel finale ha vestito i panni di Babbo Natale e ha consegnato ai tifosi nerazzurri il più bello dei doni: un gol di tacco bello quanto prezioso. Una magia nel derby di Natale. Il decimo gol stagionale per Palacio, a tutti gli effetti l'anima di una squadra aggrappata ai suoi gol. Per manifesta superiorità tecnica e necessità numerica, spesso è stato praticamente l'unico attaccante a disposizione di Walter Mazzarri.
Una partita nella partita quella di Palacio, a lungo abbandonato al proprio destino nella metà campo avversaria. Però capace di trasformare in oro ogni minima palla giocabile. Nel primo tempo con un movimento magistrale ha obbligato Zapata ad atterrarlo in area di rigore: fallo per tutti, non per il mediocre Mazzoleni. L'arbitro come tanti dei ventidue in campo ipnotizzato dall'ansia da derby: gli svarioni di Handanovic, le svirgolate di Poli e Kovacic. E poi Kakà sempre ai margini, Balotelli fischiato e insultato dai suoi ex tifosi capace solo di mostrare i muscoli in campo e twittare polemicamente contro l'arbitro fuori. Eppure a lungo lui con Guarin, autore dell'assist vincente, avevano dominato la scena di una partita mediocre.
Fino all'avvento di Palacio che alla fine della novena regala a Thohir il primo derby della sua gestione. Non solo, la prima vittoria. Ci aveva provato poco prima, ma Abbiati era stato miracoloso. Non si è demoralizzato, anzi. Tutti aspettavano il centesimo gol di Kakà, invece è arrivato il primo nel derby di Milano di Palacio. «È il più importante della mia carriera - dice l'attaccante argentino -. Ci dà fiducia e andiamo a casa tutti contenti a fare le vacanze». Sull'importanza della vittoria non fa dribbling: «È una risposta a quelle che ci stanno davanti e che avevano vinto tutte». Non pone limiti, ma soprattutto non ci sono obiettivi per ora: «La Champions? Noi dobbiamo pensare partita dopo partita». Una risposta, ma anche un messaggio alle rivali per un posto nell'Europa che conta: «Stiamo crescendo e dobbiamo continuare a lavorare come abbiamo fatto finora». Eppure dice di non sentire la fatica dopo l'ennesima partita tutta di corsa. «Mi sento solo là davanti? Decide la società se serve un attaccante», si smarca Palacio che pensa solo a risolvere tutti i problemi di Mazzarri. L'allenatore si gode il derby: «Ho esultato, ma mi sono subito pentito perché troppe volte abbiamo preso gol subito dopo aver segnato. Guarin via? Non ci voglio pensare. Il rigore? Era clamoroso. Siamo sfortunati.». Anche ad Allegri l'arbitro non è piaciuto: «C'è qualcosa che non torna. Sono abbastanza arrabbiato per quanto ho visto in campo».
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