Intanto occorre un confine: si parla di qualità o di disagi? Se nella top dei più scarsi la prima discriminante fosse il comportamento, allora c'è un bel mazzo di fenomeni che hanno stravinto una maglia, Luis Suarez non è solo. Il Tyson d'Uruguay ormai si è timbrato la carriera, è quello che morde, come Vampeta è quello del calendario, indelebili, immortali. Qualcosa deve essere successo anche nel ritiro del Ghana se Sulley Muntari e Kevin Prince Boateng sono stati sospesi a tempo indeterminato, peraltro pochi minuti prima della distribuzione dei soldi, centomila dollari. C'è stato anche chi ha messo tutti d'accordo, male dentro e fuori, come Balotelli e Samuel Eto'o, a capo dell'ammutinamento nella guerra del grano fra federazione e nazionale del Camerun. Una volta ottenuto il giusto però sul campo non si è visto ma si è salvato, un po' come Mario che ha chiesto scusa a Cesare Prandelli, o Muntari che ha distribuito denaro suo nella favela. Ad aspettare il Camerun al rientro c'era anche un bambino che per l'emozione di trovarsi davanti ai leoni indomabili è scoppiato in lacrime, allora è intervenuto proprio Eto'o che lo ha preso tra le braccia e non lo lasciava più.
Se invece i flop sono quelli sul campo allora il discorso si fa interessante e abbastanza divertente perchè picchiare sulla croce rossa, come si dice, gratifica. Iker Casillas fra i pali con le mani in tasca, sette gol presi, tanti per merito suo. Eppure dopo l'ultima con l'Australia i tifosi erano tutti con lui, un afflato impensabile tanto che Iker ha pensato bene di lanciare una scarpa autografata scatenando un parapiglia inimmaginabile e fra due di loro è finita a cazzotti in faccia. Quando gira male è meglio stare il più fermi possibile, lui c'è riuscito in campo, fuori meno. Davanti le sue due sentinelle, Gerard Piquè e Sergio Ramos, quante vittorie assieme, quanti trofei alzati e la manita dell'Olanda, se sei grande e grosso poi quando cadi fai tanto rumore: «Chiedo scusa ai tifosi - il commento di Ramos -, le mie peggiori prestazioni in nazionale». Ignazio Abate ha deluso sopratutto i suoi ammiratori, zero personalità, come Mattia De Sciglio che però ha l'alibi dell'esordio. «A proposito della prova di Fabio Coentrao sono molto soddisfatto. Oltre al suo apporto di tecnica, ha anche coperto molto bene la posizione e ci può offrire alternative interessanti»: sono le parole di Bento, il suo ct che ha vissuto un altro mondiale ma è stato eliminato anche da quello. Moutinho un disatro, eterna promessa come il suo Portogallo, di Xavi Hernandez spiace dire male, come di Steve Gerrard, stelle al tramonto ma senza fretta. Keisuke Honda aveva promesso un gol per riprendersi il Milan. Ma siamo al Mondiale, gli ha fatto sapere Alberto Zaccheroni che non ha gradito. Basta parlare di Balo, l'altra punta è Samuel Eto'o: ma quanti anni ha?
Adesso arriva il meglio: Guillermo Ochoa, guardameta del Messico. L'uomo che ha ammutolito il Brasile non ha un contratto, è appena retrocesso con l'Ajaccio ed è stato offerto a costo zero al Barcellona. Respinto. Difesa a tre, Hummels non fa segnare e invece segna lui, sogno juventino che rimarrà tale, Thiago Silva è riuscito a far diventare un centrale serio anche David Luiz, Diego Godin è un nome che ricorderemo per l'eternità, come Pak Doo Ik, anche se non fa il dentista o l'odontoiatra, non si è mai capito bene, un vuoto che ne ha accresciuto la sommità. Riga di mezzo a Christian Bolaño, quello del Costarica che si è divertito a nasconderci la palla, il diversamente alto Mathieu Valbuena che fa girare la Francia, Toni Kros che a 24 anni gioca da veterano e il colombiano James Rodriguez, uno per tutti. Davanti ogni commento è inutile, Messi, Muller e Neymar, i cannonieri di Rio 2014.
C'è anche la top ten delle più carine, si capisce, gira un pallone ma le foto più cliccate sono le loro, per ora tirano il gruppo Irina Shayk e Melissa Satta, una di Cristiano Ronaldo e l'altra di Kevin Boateng. Erano date per sicure finaliste ma sono state eliminate, il mondiale è sempre una sorpresa.
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