Due mesi di colpi e sgambetti ma il «top player» non s'è visto

Due mesi di colpi e sgambetti ma il «top player» non s'è visto

«Per caso ti serve uno tipo Zé Eduardo?». Ieri ha chiuso ufficialmente il mercato, ma in realtà è un servizio 24 ore su 24, la sede qualcosa di ingombrante, basta un ombrellone: «Scusa Adri, chettiserve per caso una punta? Eventualmente c'ho un certo Zè Eduardo, mi fa esubero...Guarda a te lo giro gratis». Ma quando mai si sarebbero incontrati Enrico Preziosi e Adriano Galliani all'Ata Quark Hotel? Invece a Forte, spiaggiati, con un telo e il flusso delle onde, è tutto un altro mercanteggiare. E se Zé Eduardo fa i capricci diventa un vero colpo del mercato. Possibile che nessuno gli avesse spiegato cosa ci andava a fare a Milanello? Lui comunque qualcosa annusava perché ha rimbalzato i compagni che volevano festeggiare e quando gli hanno chiesto di fare un provino ha tirato fuori di tasca il curriculum: «Ho vinto la Coppa Libertadores e due campionati paulisti con il Santos. Provini io non ne faccio». Insomma ha vinto quasi più lui di Pato e ha girato i tacchi. Ufficialmente le due società non hanno trovato un accordo.
E non è stata neppure la migliore perché le sterzate di Dimitar Berbatov sono state uno spettacolo: «Sono un ragazzo tranquillo - si spiega sul suo profilo il bulgaro -, gioco così e non posso cambiare il mio stile. Io posso rimanere tranquillo perché so quello che voglio fare prima che la palla mi arrivi». Ha ragione, nessuno gli ha passato la palla e lui ha iniziato a girare da un aeroporto all'altro, da un'autostrada all'altra, un vagabondare che ha fatto il paio con l'elegante soggiorno di Maxi Lopez nella sessione invernale. La Fiorentina gli ha pagato l'aereo per arrivare in Italia, la Juventus la differenza per dirottarlo a Torino, poi il Fulham se l'è perso in metropolitana, Alex Ferguson giurava di non avere la più pallida idea di cosa stesse succedendo e dove fosse il bulgaro. Era nella tube di Londra e stava andando a Fulham quando un dirigente del Tottenham gli fa: ma perché non vieni da noi? Poi è stata ricostruita la verità storica: tutta colpa di Elena Shtilianov, la supersexy signora Berbatov che preferisce fare shopping a Londra. E lui non è vero che sa sempre quello che vuole, da Sofia è dovuto scappare perché inviava troppi sms alla fidanzata di un altro, non uno qualunque ma un boss locale.
Comunque dopo questa simpatica pièce di mercato si sono assottigliate le probabilità di vedere in futuro Stevan Jovetic in bianconero. E Cavani rimane al Napoli fino al 2017. Da noi ormai non arrivano neppure bomber datati come il bulgaro, ultimo top player in ordine di apparizione promesso al popolo bianconero dopo Tevez, Higuain, Benzema, Pazzini, Dzeko, Van Persie, Llorente, Aguero, Drogba e Cardozo. Per fortuna c'era in magazzino l'usato sicuro e all'ultimo minuto Gilardino è andato in prestito al Bologna, Borriello torna al Genoa e Toni rivede Firenze. Anche la vicenda Nigel De Jong merita. L'Inter gli è corsa dietro per due mesi, Wesley Sneijder un giorno sì e l'altro anche spingeva per l'arrivo del fratello orange, il City era irremovibile: 9 milioni per il cartellino. Tutti convinti che a fine agosto sarebbero diventati la metà e poi Roberto Mancini lo avrebbe dato solo e soltanto all'Inter. L'altro ieri invece firma e prime dichiarazioni dell'olandese: «Non vedo l'ora di giocare il derby...Contro l'Inter». Prestito di 3 milioni, altrettanti per il riscatto, ma una domanda ha colto i tifosi rossoneri: Mancini vuole vincere la Champions e cede De Jong? Non uno qualunque, con lui adesso si parla di scudetto.
Ma gli scherzoni fra le milanesi sono un classico. Se è vera questa di El Kaddouri è bellissima. Il belga di origini marocchine del Brescia, considerato un talento indiscusso, era già nelle mani del Genoa con la regia del Milan. Affare quasi fatto quando all'improvviso si palesa Aurelio De Laurentiis che nel giro di dodici ore se lo prende con la formula della compartecipazione per due milioni. Il successo dell'incursione del produttore cinematografico viene spiegato con una sorta di risarcimento di Mino Raiola che in tempi sospetti si era permesso di dire che se Hamsik fosse stato un suo assistito lo avrebbe portato via da Napoli. El Kaddouri è della scuderia Raiola, ma Hamsik cosa c'entra? Colpa della famosa cena a casa Moratti nel maggio 2011, quando De Laurentiis promise che se mai gli fosse venuto l'impulso di cedere uno dei tenori, il presidente dell'Inter sarebbe stato il primo ad essere interpellato. Con il Pocho Lavezzi è andata come è andata, impossibile competere con le cifre del Psg, ma con Marek Hamsik, pallino di Moratti, il discorso è fresco per il prossimo mercato. Non è un caso che El Kaddouri sia paragonato allo slovacco, anzi una copia.

E pare che Moratti abbia dato una mano a soffiarlo al Milan, con Mino Raiola scafatissimo stratega. Se poi dovesse prendersi la procura di Marek Hamsik sarebbe un vero trionfo. Alle sette di ieri sera il mercato ha tirato giù la saracinesca ma nel retrobottega gli affari pullulano.

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