Due secondi spengono i sogni di un bis Avellino beffa all'ultimo Reggio Emilia

I vincitori del 2015 eliminati da un tiro da 3 di Ragland. Oggi la finale

Oscar Eleni

Milano Avellino e i suoi lupi per guadagnarsi la finale di supercoppa che spodesta negli ultimi due secondi Reggio Emilia vincitrice l'anno scorso a Torino sull'Armani: assist di Marques Green, o professore, canestro da 3 di Joe Ragland, o lione, per il 74-72 che sigilla una partita vissuta bene da pochi intimi. Peccato per Achille Polonara, 18 punti come Ragland, 7 rimbalzi, 3 stoppate e mezza perché gli arbitri vedono male a 34'' dal gong il suo ombrello proprio sull'uomo che deciderà la partita. Duello fra i due fino alla fine, il grande escluso da azzurra con altri 5 punti, l'uomo che legge i pensieri del suo allenatore a bersaglio, dopo Thomas, per una vittoria che apre bene la stagione di chi cercherà di rendere dura la vita a Milano insieme a Reggio Emilia, Sassari e Venezia.

La supercoppa del basket per uscire dal limbo dove ci aveva condannato la non qualificazione olimpica. Reggio Emilia comincia con 5 italiani in quintetto dando uno schiaffo a chi le ha negato un posto in Europa per avere i voti che non serviranno a Roma olimpica. È l'argomento del giorno, insieme alla scelta di Milano che ha tolto i gradi di capitano ad Alessandro Gentile, per questa apertura agonistica vera di una stagione che domani sarà presentata, sempre al Forum (che fantasia), con le promesse per rinnovare tutto che abbiamo ormai troppe volte sentito senza che mai cambiasse nulla. Basterebbe far funzionare quello che c'è, obbligare a ripulire e rispettare il lavoro di tutti, ma, come sempre, si suona la gran cassa e il pifferaio porta noi topolini verso il fiume dell'infelicità.

Proprio Reggio Emilia, costretta, come Trento e Sassari a rinunciare all'Europa, si presenta bene nella nuova veste senza lituani: Della Valle (14 punti alla fine e 3 palle perse importanti) e Polonara, esclusi dal preolimpico, reagiscono come fanno quelli di talento, come Aradori e anche Cervi che con la Nazionale si è visto troppo poco.

Anche Avellino presenta novità interessanti anche se deve fare a meno dello scavigliato Fesenko. Al centro ha Cusin visto che Cervi, pilastro dell'ultima stagione, è tornato nella casa reggiana. Fra i nuovi quello che si presenta meglio è il belga Obajohan (4 su 4), ma non basta alla squadra di Sacripanti per tenere a bada i cavalieri sarmati di Reggio: 22-19 dopo 10'. Reagisce Avellino, torna avanti, ma appena s'inceppa di nuovo e a metà gara è ancora la Grissin Bon in vantaggio: 41-40.

Qualche errore nel terzo quarto, ma è Reggio Emilia a divertire e divertirsi di più: va avanti anche di 9 punti. Deve pensarci Thomas (15 punti) a rimediare per Avellino che dopo 30' (51-58) soffre l'estro di Della Valle e la rabbia di Polonara (12 punti, 3 stoppate).

Come nella semifinale scudetto dell'ultimo campionato ci si diverte. Reggio Emilia vola con Polonara, sembra in porto, ma Avellino disegna l'ultima azione in 2 secondi: dalle mani magiche di Marques Green al Ragland dei miracoli.

Lui trova il canestro da 3 del 74-72 e porta per la prima volta Avellino in finale di supercoppa, trofeo che il suo allenatore Sacripanti invece ha vinto nel 2003 a Treviso battendo la Benetton.

Oggi sapremo se ci potrà riuscire contro la vincente di Milano-Cremona.

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