Due squadre allergiche ai big match

Un anno fa, giusto di questi tempi, la sera di sabato 22 ottobre, Milan-Juve regalò al calcio italiano una notte di tensioni, polemiche e di spettacolo calcistico

Due squadre allergiche ai big match

Un anno fa, giusto di questi tempi, la sera di sabato 22 ottobre, Milan-Juve regalò al calcio italiano una notte di tensioni, polemiche e di spettacolo calcistico. Vinse il Milan povero di Montella con una stoccata di Locatelli, Donnarumma confezionò un prodigio su Khedira e ad Allegri rimase l'amaro in bocca per il gol buono tolto a Pjanic. Quella sera, nona dell'andata, i rossoneri salirono (19 punti) a due lunghezze dalla vetta (21 punti) bianconera e si teorizzò il miracolo rossonero. Con un mercato a saldo zero, in attesa del famoso closing, era impensabile una scalata simile che si ridimensionò lungo la strada del girone di ritorno per via delle decisive assenze di Montolivo, Bonaventura e Abate. A Doha, la supercoppa d'Italia decisa ai rigori e da un altro capolavoro di Donnarumma su rigore di Dybala, certificò i tormenti e persino i complessi bianconeri nello sfidare Suso e soci.

Un anno dopo è cambiato il mondo. Perché la Juve attuale, che viaggia con qualche ritardo per via di due rigori sbavati sempre da Dybala, sembra non avere le identiche sicurezze dell'armata passata. Allora perse la sfida di San Siro ma non ne fece un dramma perché consapevole della propria forza, adesso è reduce da un paio di fuori pista (Lazio e Atalanta) che ne ha documentato la fragilità difensiva provocata forse da una maggiore produzione offensiva. Anche a Milanello si è capovolto il destino. Dai fuochi d'artificio del mercato estivo, acquisti in quantità industriale, alcuni sopravvalutati, si è passati alle 4 pesanti sconfitte e alla panchina traballante di Montella, puntellata dalla notte di Verona. La Juve deve recuperare quella sicurezza che sfiorava persino l'arroganza: nelle ultime settimane ha mostrato muscoli per metà partita, con la Lazio e a Bergamo, lasciandosi poi rimontare e superare.

Il Milan deve invece ritrovare lo spirito irriverente di dodici mesi prima che consentì di non patire la differente cifra tecnica e anzi di scoprire il lato debole della Juve. Suso e Dybala sono le due muse scontate ma è molto probabile che siano gli apprendisti Borini e Cuadrado a meritare il primo piano.

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