E il punito in tribuna non fa festa

Il titolare in tribuna e le riserve in gol. Vanno così le cose del football, storia improbabile e imprevedibile. Bonucci solitario e triste a osservare la festa, da punito, sui gradini del Dragao mentre Allegri tira fuori dal suo cilindro, per usare un eufemismo, i due conigli vincenti, prima Pjaca e poi Dani Alves. Il fattore C ha la sua importanza ma la Juventus mai ha sofferto contro i portoghesi in handicap dopo l'espulsione del pupillo di Mancini, tale Telles, espulso per doppio fallo plateale e violento nella fase iniziale della sfida.

Partita di sapore italiano, non un gran ritmo, tatticismo ai massimi, Porto in difesa e Juventus a costruire la casa dalle fondamenta, un monte azioni in linea con quelle di Borsa in crescita clamorosa negli ultimi due giorni, squadra equilibrata con il movimento delle cinque stelle, quelle vere, che hanno occupato il campo e la testa degli avversari. Una Juventus di fosforo, di saggezza, di controllo totale ma non soltanto nel possesso palla che a nulla serve se poi non si va in rete.

Risultato pesante e vittoria che ha il profumo della promozione, il caso Bonucci è acido nello stomaco juventino, la vicenda non è affatto chiusa ma il successo di Oporto dà vitamine e toglie l'umido dagli specchi della casa bianconera. Il punito ha capito la lezione e, se così non fosse, ha capito, e con lui molti opinionisti gitani, che nessuno è indispensabile e tutti sono necessari. Il Porto non perdeva in casa dall'aprile dell'anno scorso. Non è un dato di margine ma serve a confortare la prestazione della Juventus che prima dell'uno-due del giovane croato e del veterano brasiliano, aveva costruito quattro occasioni, compreso un palo, per sbloccare la partita. Da domani si torna alle cose di casa nostra.

Compreso il punito che, per la cronaca, al gol di Pjaca e al raddoppio di Dani Alves, non ha mosso nemmeno una smorfia di gioia, mentre Nedved e Marotta tentavano di scuoterlo. Maleducato e permaloso. Il caso non è chiuso la qualificazione sì.