Per salvare il closing del Milan, galeotta fu l'Inter. Già, per realizzare il piano decisivo utile all'acquisto del Milan, risultò fondamentale una vecchia conoscenza di Marco Fassone costruita proprio ai tempi dell'Inter. Erano anche quelli giorni difficili e tormentati per la Beneamata, bisognava costruire la complessa architettura finanziaria per consentire il passaggio del controllo del club da Massimo Moratti a Erick Thohir, operazione appesantita da un debito enorme (440 milioni). Fu allora che Fassone, designato dai cinesi come futuro ad rossonero, conobbe e apprezzò il lavoro dell'avvocato Riccardo Agostinelli, un professionista già noto ai manager di Fininvest. Gli avevano infatti commissionato il rifinanziamento del debito rossonero (dell'ammontare di 240 milioni) con lo stesso schema applicato in occasione di altre due precedenti operazioni (Inter e Roma) sempre nel settore del calcio.
Tra i cinesi e Fininvest, l'appuntamento del 3 marzo era stato mancato, scaduto il contratto sottoscritto nel precedente mese di agosto, a rischio le due caparre da 100 milioni ciascuna versate nei conti di Fininvest: Yonghong Li stava per arrendersi dinanzi ai veti del governo cinese nel trasferire all'estero ingenti capitali, Silvio Berlusconi continuava a ripetersi che in mancanza di uno sbocco positivo della trattativa, il Milan sarebbe rimasto sulle sue spalle e avrebbe completato l'operazione giovani, italiani, meglio se provenienti dal settore giovanile rossonero. Fu allora che Fassone si ricordò dell'avvocato Agostinelli e gli chiese di aiutarlo nell'operazione di salvataggio. Insieme, i due partirono per Londra lunedì 20 marzo dopo una serie frenetica di contatti (venne ribattezzato il viaggio della speranza). Trovarono due fondi disponibili a imbarcarsi nell'avventura, uno dei due dopo qualche giorno si sfilò ma l'americano Elliott, il più importante, confermò l'interesse e la disponibilità. E nel giro di una settimana, scandita da uno scambio frenetico di mail e bozze di contratti, ci fu la famosa firma. Sabato 25 marzo, ore 9.45: sono il giorno e l'ora che Yonghong Li e il suo socio David Han Li ricorderanno per molto tempo ancora perché soltanto allora poterono dire d'aver ormai acquistato il Milan di Silvio Berlusconi.
C'erano i soldi, tutti i soldi necessari per completare il pagamento del prezzo concordato (520 da versare a Fininvest più 220 di debiti da rinegoziare con le banche) e far issare sul pennone della torre del Portello, dove hanno sede gli uffici del Milan, la bandiera cinese.FOrd
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