La valigia della Signora per Montecarlo è molto più leggera. Grazie alla Lazio che ha travolto la Roma nel derby e definitivamente ridotto a una formalità il sesto scudetto consecutivo della Signora. Massimiliano Allegri ieri dopo pranzo ha dovuto rivedere i suoi calcoli: adesso bastano quattro punti per la matematica, ma potrebbero essere anche meno. E anche il derby con il Torino in mezzo alle due partite della semifinale Champions assume una valenza completamente diversa.
Quindi testa completamente al Monaco perché con il senno di poi il pareggio subito all'ultimo minuto in casa contro l'Atalanta diventa un punto fondamentale per il tricolore.
Anche se quei due gol subiti per distrazioni non da Juventus hanno lasciato una piccola crepa nelle certezze della squadra di Massimiliano Allegri. E Leonardo Bonucci ci mette la faccia: «Siamo stati dei polli a sprecare il match point scudetto. Dopo il vantaggio pensavamo di avercela fatta, invece abbiamo abbassato la concentrazione ed abbiamo preso gol. Ci deve servire d'insegnamento per il futuro prossimo, perché il Monaco è simile all'Atalanta. Contro il Barcellona non ci avrebbero mai fatto un gol del genere, perché mai si sarebbero avvicinati alla nostra area». Il difensore accetta i gradi della favorita: «Sulla carta sì, ma servirà la cattiveria e la fame di chi vuole scrivere la storia. Il triplete? Le percentuali si alzano, perché siamo in finale di Coppa Italia ed allo scudetto mancano pochi punti, però siamo a maggio e non abbiamo vinto ancora nulla. Si deve spingere sull'acceleratore e giocare con il coltello tra i denti».
Così più dei due gol di Bergamo ad appesantire la valigia che a Vinovo si sta finendo di preparare in queste ore. Piuttosto c'è il fardello dell'astinenza da gol di Gonzalo Higuain. Soprattutto nelle ultime uscite il bomber di razza è apparso come imbolsito. A riaccenderlo potrebbe essere la sfida all'attacco del Monaco. Quella coppia composta da Falcao e dal gioiello Mbappè che per molti versi ricorda quella che i monegaschi schieravano nel 1998: David Trezeguet e Thierry Henry in rampa di lancio.
Servono i gol di Higuain per continuare la tradizione: quando la Juve fa un giro a Montecarlo arriva sempre fino al traguardo della finale di Champions League. Ci sarebbe solo da cambiare il finale. Ma Buffon e compagni prima devono risolvere una pratica piena di insidie che non si può assolutamente prendere sottogamba.
Anche se Jardim ieri ha fatto intendere furbescamente di tenere più al campionato francese che si sta giocando con il Psg: «Non avrei cambiato una vittoria con il Tolosa con una mercoledì...». Che vuol dire tutto e niente.
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