«Hanno inventato molte cose su di me - ha detto Tomas Felipe Carlovich detto El Trinche -. Alcune sono vere, altre no. Però se vi ricordate qualcosa, significa che uno è vivo, è entrato e ha giocato. E magari si è anche divertito».
El Trinche Carlovich in Argentina è un mito. Ubaldo Fillol, il portiere della nazionale campione del mondo nel 1978 lo mise nella sua formazione ideale al posto di Daniel Passarella, e Diego Maradona un giorno si chiese stupito: «Ma chi è? Ho sentito dire che era meglio di me, giocava libero: dov'è che lo voglio dribblare!». Non ci sono filmati di El Trinche, nessuna foto, niente tracce sugli almanacchi, nessuna statistica e tutto questo perché El Trinche non c'è, non è mai esistito, zero presenze. Il giocatore che non ha mai tirato un calcio a un pallone, potrebbe diventare il santo patrono di tutti gli invisibili del mondo, quelli che restano nella memoria di qualcuno ma mai in una formazione tipo, quelli che sanno stare al loro posto e così li mettono in panchina.
A Napoli c'è un mito che si chiama Gianluca Grava di San Nicola la Strada provincia di Caserta, ed esiste davvero anche se il suo soprannome è Ghostbuster. È al Napoli dalla stagione 2005-2006, uomo simbolo di De Laurentiis, giocatore dal grandissimo temperamento, grinta, concentrazione, tutto insieme quando viene chiamato a scendere in campo. Ma la scorsa stagione nessuna presenza, lo conoscono in pochi, eppure è nella hit delle bandiere come Zanetti, Totti, Buffon, Ambrosini. Guadagna 100mila euro netti a stagione, l'ingaggio più basso e non si fa illusioni, magari quest'anno entra, ma saranno in molti a vedere giocare gli altri, la Lazio ne ha 34 in organico, il Bologna 33, il Milan 32, e giusto per farci voler bene, ecco gli indiziati: «Nel calcio può succedere di tutto - ha detto Amelia, campione del mondo nel 2006 -. Possono cambiare le carte in tavola in un istante». In due stagioni al Milan 13 presenze e 12 gol presi, però è titolare in coppa Italia, guadagna un milione netto, è adorato dalle fan e non risulta che il dottor Galliani abbia cercato un secondo, Julio Cesar era fantasia, Amelia resta al suo posto. Ma quest'anno la difesa del Milan non regala garanzie, Zapata se non torna quello di Udine la vedrà poco, Mexes è un'incognita, Mesbah e Yepes se la devono giocare forte come Constant, Ambrosini, Flamini e Traorè in mezzo. Bojan, El Shaarawy e Pazzini dipendono da Pato, la grande variabile data ora per quasi pronta.
L'Inter non sta meglio dietro, è vacante il ruolo di terzino destro ma sono in troppi in lizza, Jonathan, Nagatomo, M'Baye, Zanetti eventualmente Silvestre. Potrebbe essere un anno complicato per Cambiasso, sicuramente lo sarà per Stankovic, se Sneijder sta bene si restringe lo spazio per Coutinho, Cassano probabilmente esclude Palacio. Vedremo quanti minuti metteranno assieme Alvarez, Obi e Mariga. Stramaccioni tesse le lodi di Chivu, l'anno scorso non mancava mai di farle a Pazzini. Nella Lazio è sempre più Klose il punto di riferimento, guai per Rocchi e anche per Zarate se non capisce che si gioca in undici. C'è Zeman e alla Roma può succedere di tutto, ha detto a Marquinhos di non aver mai visto un difensore così forte in vita sua e ha messo tutti in allarme. Quando ha parlato di Stekelenburg ha detto: «Ci sono tante squadre che non hanno Stekelenburg in porta. Eppure giocano a calcio ugualmente». Poi lo ha schierato titolare fisso. Lamela sembra un rincalzo, grosse difficoltà per due della vecchia guardia, Perrotta e Taddei. Nel Napoli Dossena, Zuniga e Dzemaili si dibattono in un centrocampo ricco di qualità, El Kaddouri quanto giocherà con Pandev, Insigne, Vargas e Cavani? La Fiorentina ha cambiato moltissimo, adesso gira ma deve assestarsi, Montella non ha in mano gli undici titolari, Toni non ha certezze ma neppure da lui si aspettano 38 presenze. Nella Juventus non ci sono titolari, Lucio nel reparto difensivo il più a rischio ma perfino Caceres può diventare una quarta scelta, la Champions impone la necessità minima di due per ruolo.
Per tutti una grande novità, vengono consegnate liste da 23 giocatori, undici in campo, dodici in panchina.
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