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Ecco Vidic: «Capitano? Prima devo conquistarmi un posto»

L'Inter inizia la stagione e non si può certo dire che non ci siano novità. Qui sta cambiando tutto come ampiamente pronosticato, tutto quanto è passato sta andando lentamente in rottamazione, con discrezione, senza fretta, ma senza distinguo, non c'è solo un cambio di organico, c'è una nuova società in cui Massimo Moratti fatica a riconoscersi

Claudio De Carli
nostro inviato
ad Appiano Gentile

L'Inter inizia la stagione e non si può certo dire che non ci siano novità. Qui sta cambiando tutto come ampiamente pronosticato, qui tutto quanto è passato sta andando lentamente in rottamazione, con discrezione, senza fretta, ma senza distinguo, non c'è solo un cambio di organico, c'è una nuova società in cui Massimo Moratti fatica a riconoscersi, ma s'era capito subito e confermato poi. Bastava osservare.
Comunque oggi c'è Nemanja Vidic ad Appiano, oggi è il suo giorno, l'ex capitano dello United non ha bisogno di nessuno o di presentazioni, si siede al centro con una faccia serena, non sembra avverta il peso del suo nuovo incarico: «Se mi chiedete come mai ho deciso di fare un passo indietro vi rispondo subito che a me proprio non sembra. Questo è un grande club con una grande storia e tradizione, ha vinto trofei importanti come la Champions, non molti club possono vantarlo - ha detto Nemanja -. Molti pensano sia un passo indietro ma io non credo. Anzi secondo me il calcio italiano si adatta al mio modo di giocare. Questo è uno dei più grandi club del mondo che sta vivendo una fase di transizione, in questo momento non sta raggiungendo i risultati voluti ma è un passo in avanti importante per me».
Conferenza fiume, si potrebbe scrivere un libro, qualcuno comunque deve averlo convinto a scegliere l'Inter: «Ho parlato con Dejan Stankovic della possibilità di venire qui. Lui non è il solo giocatore serbo che ha vestito questa maglia e in qualche modo mi piacerebbe continuare la tradizione dei serbi all'Inter. Non ho parlato con Thoir ma Fassone mi ha spiegato tutto e devo dire che mi ha trasmesso entusiasmo, qui non si cerca di tirare a fine stagione ma c'è un discorso più ampio. Ci sono abituato, sempre quando ho cambiato squadra mi sono trovato davanti a un ciclo, Stella Rossa, Spartak, a Manchester nei primi tre anni non ho vinto niente».
C'è stato anche modo di capire quale sia il ruolo che gli ha prospettato l'Inter, in campo e fuori: «Difesa a tre o a quattro, questo non mi spaventa, non ho mai giocato prima a tre, è un sistema nuovo ma difendere è difendere, è lo stesso a 3 a 4. Voglio adattarmi alle scelte dei giocatori. Non so se avrò la maglia numero 15 come allo United e neppure se sarò io il capitano.

Scusate, ma prima credo che debba conquistarmi un posto in squadra».

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