In una bella giornata di sole di primavera i tifosi biancocelesti non potevano far altro che innamorarsi della loro squadra. All'Olimpico si è ufficialmente consolidato il legame, se ancora non si fosse capito, tra la Lazio e la sua gente. Dopo il derby vinto una settimana fa, la squadra di Simone Inzaghi ieri ha calato il settebello e l'aquila biancoceleste vola sempre più in alto: in Europa. Un roboante 7-3, dove segnano proprio tutti, da Immobile (doppietta) a Felipe Anderson, passando per i due eroi di due derby diversi, Keita e Lulic. Un 7-3 che qualifica aritmeticamente i biancocelesti all'Europa League, complice la caduta dell'Inter a Marassi, e che vale il record di punti in classifica nell'era Lotito (70, solo nel 1999/00 meglio con 72).
Ma a far innamorare i tifosi della Lazio ci hanno pensato soprattutto i gol, tanti. Mai così tanti, però, quest'anno. Si ricordano il 6-2 a Pescara e il 6-2 in casa col Palermo. Questa volta, si sono spinti oltre. Sette reti (non succedeva alla Lazio da 22 anni) contro una squadra, la Samp, che è decima in classifica e che ha battuto l'Inter (due volte), Roma e Milan. Ma questa Lazio, in questa seconda fase del campionato, è una squadra gagliarda, come direbbero nella Capitale. Lo si è visto in venti minuti, tanto è durata la sfida tra una Lazio lanciata e con l'euforia per il derby dominato e una Samp che aveva solo l'obiettivo di fare bella figura. Invece, ci ha pensato il difensore Skriniar a condannare i suoi, facendosi espellere (fallo da ultimo uomo) già al 18' del primo tempo. Immobile, trasformando il rigore del 2-0, ha dato il via libera a un incontro dal punteggio mortificante per i blucerchiati e Giampaolo. «L'unico viaggio proficuo a Roma è stato quando siamo venuti dal Papa...» è stato il commentato amaro del tecnico della Sampdoria, al secondo ko pesante all'Olimpico dopo quello in Coppa Italia con la Roma (4-0).
Tutt'altra atmosfera, invece, in casa biancoceleste. Al settimo cielo, come le reti segnate ieri. Inzaghi, colui che ha dato un'anima ed una identità a questa squadra, è il primo a sorridere: «Siamo stati superlativi contro una Samp in forma. Avere un approccio simile significa che la squadra è davvero forte».
Squadra che, in un certo senso, nonostante sia composta da tanti giovani, in campo mostra una grande maturità. E il merito è da attribuire al tecnico rivelazione di questo campionato, umile e con la testa sulle spalle. Che non vuole prendersi tutti i meriti: «La differenza la sta facendo il gruppo, basta guardare la scelta nei tiratori dei rigori». Ieri si sono alternati Immobile e Felipe Anderson, ma anche Biglia e Keita sono stati scelti per calciare i penalty. L'unico tallone d'Achille di questa Lazio, forse, è qualche gol preso di troppo.
«Una squadra matura dovrebbe cercare di non prendere gol, anche quando le partite sono chiuse: su questo aspetto dobbiamo lavorare», ha spiegato il mister biancazzurro, che guarda già avanti e aspetta novità sul rinnovo: «Dovrebbe essere una formalità, in questa settimana troveremo il tempo necessario». Se son rose fioriranno...
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