Basta sentirlo arrivare al bar di Milanello per capire il suo ruolo nel Milan di questi tempi, una specie di motivatore aggiunto, esponente dell'ultimo squadrone che vinse tutto (scudetto e supercoppa d'Italia). «Ma perché tutto questo mortorio?» chiede Kevin Prince Boateng all'addetto stampa che lo scorta per l'intervista. Già, forse ha proprio ragione lui, una delle rare vitamine B del gruppo: c'è in giro uno scetticismo che si taglia col temperino e una depressione che si coglie persino dall'espressione di Niang appena uscito dal colloquio con Mihajlovic dopo il no al Leicester di Ranieri. «Io sono contro questo clima, penso positivo e lo dico ad alta voce perché quello che sta accadendo al Milan è spiegabile così: è finito un ciclo, si sta ricostruendo un altro e occorre tempo. Lo dico io che ho vissuto il buio nei mesi vissuti in Germania e adesso ho ritrovato la luce» è il pistolotto che Boateng pronuncia come una sorta di sfogo terapeutico.
Come si fa, Boateng, a essere ottimisti con questo Milan?
«Semplice: osservando il lavoro quotidiano, l'applicazione, l'intensità degli allenamenti, la cura dei dettagli che mettiamo a Milanello. Puoi perdere una partita o giocarla male ma non puoi perdere fiducia né ottimismo».
Nel frattempo il popolo dei tifosi ha disertato San Siro...
«Il tifoso è l'unico che va capito: non si vince più e allora lui si allontana, resta a casa».
Qui a Milanello c'è una bella serie di facce tristi...
«Ed è la spiegazione del problema principale del Milan di quest'anno. Nel calcio conta il talento e questo non fa difetto al gruppo, non ti prendono al Milan se non hai qualità. Ma il talento da solo non basta, serve la testa per emergere nel calcio. Perciò dobbiamo avere la testa libera, affrontare con gioia ogni giorno e ogni allenamento, insomma giocare con leggerezza».
Forse l'allenatore dovrebbe lavorare sull'aspetto...
«Mihajlovic offre un grande contributo: perché nonostante critiche e polemiche, è sempre calmo».
Dove può arrivare il Milan? Lady B ha parlato di Europa...
«L'obiettivo è lottare per i primi cinque posti».
A proposito di milanisti tristi: Balotelli?
«Con Mario parlo tutti i giorni, attraversa un momento delicato perché vuole in quattro mesi recuperare tutto il tempo perduto, compreso il posto in Nazionale. Ma dopo l'intervento che ha avuto non è così veloce, deve capirlo e non invece contribuire ad aumentare la pressione che già arriva da tifosi e critici. È lui il primo giudice spietato di se stesso. E invece deve allentare la pressione. Si allena sodo, non fa cazzate in giro: è ciò che conta».
Il derby può diventare lo spartiacque tra la mediocrità e il rilancio? Cosa occorre per vincerlo?
«È fatto apposta per questo il derby. L'Inter è fortissima, specie fisicamente: ci vuole il Milan migliore della stagione per vincere. E io credo che la squadra abbia le energie e le risorse per farlo. Testa giusta e fiducia sono i requisiti essenziali, a quel punto torneranno anche i tifosi».
Come ha fatto a convincere Berlusconi e il Milan a riprenderla?
«Prima ho chiesto al presidente se mi ospitava per gli allenamenti e lui mi ha risposto sì al volo. Poi mi sono allenato tutti i giorni, senza saltarne uno, e allora Mihajlovic ha detto sì al mio contratto fino a giugno. Ora ho 60/70 minuti ma mi sento veramente bene. Come potevo essere finito se in due anni ho giocato in Germania 70 partite?»
Al ritorno a Milano che calcio ha trovato in fatto di razzismo?
«Possono esserci in giro 2-3 idioti ma l'Italia, un paese che amo, non è razzista. A Milano ho comprato casa e mi sento a casa».
Visto come viaggia Allegri?
«Sono felicissimo per lui. Se il Chelsea gli fa proposte vuol dire che è arrivato al top».
Chi gioca meglio nel campionato italiano?
«L'Empoli. Il Napoli gioca bene e fa tanti gol. L'Empoli gioca meglio senza avere Higuain».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.