Il pressing del presidente del Coni Malagò sul candidato Tavecchio dopo l'infelice frase sugli extracomunitari «mangiabanane» diventa motivo di discussione in Consiglio federale, nonostante all'ordine del giorno ci siano i tre ripescaggi in Lega Pro (scelte Martina, Torres e Aversa).
Tavecchio resta favorito nella corsa a due, anche se il presidente di Lega Pro Macalli ammette comunque che «sarà difficile governare in queste condizioni nei prossimi due anni», lo stesso scenario ipotizzato dal numero uno della Lega Dilettanti a Malagò. L'altro candidato Demetrio Albertini, invece, mette in luce come sia necessario «spogliarsi del corporativismo e trovare una sintesi».
Si tentano prove di dialogo tra le opposte fazioni pur non cedendo sulle linee guida e sull'appoggio ai rispettivi candidati. Sia Damiano Tommasi che Renzo Ulivieri, presidente di Aic e Aiac, hanno parlato di possibili novità (il numero uno degli allenatori apre alla possibilità di un tavolo nel quale le parti fissino 5-6 punti programmatici comuni) anche se voci di corridoio racconterebbero di momenti di tensione, e a più riprese, tra Claudio Lotito - uno dei principali sostenitori di Tavecchio - e i vertici dell'Assocalciatori oltre allo stesso Ulivieri, che invece voteranno Albertini: il diverbio sarebbe nato a proposito della durezza della campagna elettorale per i due candidati e sulle prospettive della federazione.
Intanto la Fifa ha inviato una lettera alla Federcalcio chiedendo di valutare se portare il caso Tavecchio di fronte all'organismo giudiziario competente prima dell'11 agosto, data in cui è stata convocata l'assemblea elettiva. «Approfondiremo questo tipo di problema e risponderemo entro domani», dice il presidente uscente Giancarlo Abete, che ieri ha presenziato il suo ultimo consiglio federale. La Federazione aveva già fornito entro la data indicata del 31 luglio le spiegazioni sull'episodio, allegando le dichiarazioni dello stesso Tavecchio, che ha descritto la vicenda come un «semplice incidente». «Le situazioni emerse sono di estrema chiarezza, non si tratta di fare indagini - ha precisato Abete -. Noi rappresenteremo alla Fifa quello che è il quadro normativo vigente e quali sono ruoli e funzioni dei vari organi all'interno della federazione».
Ma più che il pericolo «internazionale», lo schieramento pro Tavecchio - che ieri si è limitato a replicare a Malagò («la coscienza è individuale, non è pubblica») -, teme la spaccatura di quello nazionale. Mentre Abodi, presidente della Lega di B, e Mario Macalli, numero uno della Lega Pro, si sono affrettati a confermare la fiducia all'attuale vicepresidente vicario Figc (conferma che arriverà anche nelle assemblee di lunedì e giovedì prossimo, dopo che si erano sparse voci di una spaccatura all'interno dei club della terza serie, con una decina di squadre pronte a un passo indietro), dalla Lega di A continuano ad arrivare segnali di malumore.
«Le affermazioni di Tavecchio non si possono commentare, sono di una inadeguatezza assoluta, se uno aspira a certi ruoli deve avere comportamenti adeguati», il duro giudizio espresso dal presidente della Fiat, John Elkann. E sempre da Torino arrivano le parole del patron granata Urbano Cairo, già espressosi nei giorni scorsi contro Tavecchio: «Vedo che ha intenzione di andare avanti con la candidatura nonostante l'appoggio gli stia un po' mancando. Ma il punto è un altro: non è logico, non è giusto che Lega Dilettanti e Lega Pro possano eleggere il presidente federale con il rischio di una serie A spaccata, L'opposizione è molto cresciuta». A parte le «ribelli» della prima ora (Juve e Roma), come il Torino hanno per ora almeno a parole ritirato l'appoggio a Tavecchio Fiorentina, Sassuolo, Cagliari, Sampdoria, Empoli e Cesena, mentre il Verona ci starebbe pensando.
E l'ultimo messaggio in ordine di tempo arriva dall'allenatore giallorosso Garcia: «Dobbiamo lottare contro il razzismo e l'esempio deve venire anche dai dirigenti».Prossima tappa lunedì a Firenze: Albertini e Tavecchio, i cui rapporti restano cordiali, si incontreranno in Lega Pro anche se ieri i due si sarebbero già incontrati dopo il consiglio federale.
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