L'Inter è campione d'Italia e ha tre punti in più in classifica. La Juventus è reduce da quattro vittorie per 1-0 tra Champions League e campionato, ha la porta imbattuta da 367' e la qualificazione alla Top 16 europea praticamente in tasca. Domenica sera, saranno una di fronte all'altra: l'occasione dell'aggancio in ottica bianconera è occasione ghiotta per mettersi quasi definitivamente alle spalle un inizio stagione imbarazzante, mentre i nerazzurri proveranno a riscattare il ko di domenica scorsa in casa della Lazio con annessa crisi di nervi.
In mezzo, per entrambe, ci sono stati gli impegni europei: rinvigorenti, essendo arrivati i tre punti, pur se Allegri non si è nascosto spiegando che «abbiamo giocato male, ma il risultato è ottimo». «Siamo stati squadra e abbiamo creato tanto il commento di Simone Inzaghi, che ha riportato l'Inter a una vittoria che in Champions mancava da 322 giorni - Abbiamo avuto 13-14 palle gol e sicuramente abbiamo sviluppato un ottimo calcio: avremmo potuto e dovuto segnare di più». Difetto che l'Inter si porta dietro da inizio stagione, se è vero che anche nei due precedenti impegni di Champions in casa contro il Real Madrid e sul campo dello Shakhtar Donetsk l'aggettivo più ricorrente utilizzato per descriverne la prova era stato sprecona. Il che, unito a una solidità difensiva non sempre eccellente, ha provocato finora qualche mezzo passo falso di troppo: in otto partite di campionato l'Inter ha infatti finora subito 11 reti, contro le tre del Napoli capolista, le sette del Milan, le nove della Roma e le dieci della stessa Juventus. Tenuto conto che gli uomini sono sostanzialmente quelli dell'anno passato, va da sé che la differenza l'hanno fatta un atteggiamento in campo più offensivo e l'insorgere di alcuni cali di concentrazione (e di tenuta psicologica) che la gestione Conte aveva disinnescato.
Di contro, la Juventus è tornata a erigere muri su muri davanti a Szczesny: solidità ritrovata, goduria pura nel difendere, dieci marcatori differenti finora e tanti saluti a Ronaldo. «Per noi sarebbe stato meglio se fosse andato via prima ha detto ieri Chiellini a Dazn - Ci saremmo preparati meglio, invece qualcosa abbiamo pagato in termini di punti nelle prime partite: se fosse andato via a inizio agosto, non avremmo pensato solo a quello. Il suo addio non è stato difficile da metabolizzare, perché in estate avevo percepito che potesse andare via, però uno choc te lo crea». Passato quello, la Juve è tornata a fare la Juve al punto da avere già messo nel mirino il terzo posto. Aspettando una qualità di gioco superiore, che non potrà prescindere dal sinistro di Dybala, il dna del risultatismo a tutti i costi è tornato a produrre dividendi.
Con anche giocatori nuovi come De Sciglio suoi gli assist contro Roma e Zenit e Kulusevski, riemerso dal dimenticatoio e dalla fastidiosa sensazione di essere stato sopravvalutato quando la Juve, nel gennaio 2020, lo aveva pagato la bellezza di 44 milioni.
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