Evenepoel, la "fuga" dal Giro. E il ciclismo ostaggio del Covid

Il belga ha fatto i bagali in fretta: pensa già al Tour e al Mondiale? Il direttore Vegni: "A noi nessuna comunicazione preventiva del team". Tornano mascherine e limitazioni

Evenepoel, la "fuga" dal Giro. E il ciclismo ostaggio del Covid
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Nel giorno di riposo Remco Evenepoel si riposa, nel senso che va a casa. Ripone tutto in valigia e torna in Belgio. Forse ha preso un po' troppo alla lettera la prima giornata di sosta. Dopo la crono vinta dal fuoriclasse belga a quasi 51 di media, nella serata di domenica il suo team - la Soudal Quick-Step ha reso nota la positività al Covid, annunciando l'addio alla corsa.

Tutto bene, tutto nella norma, anche perché il regolamento dell'Unione Ciclistica Internazionale parla chiaro: non siamo più in uno stato di emergenza, ma i team che vogliono possono eseguire controlli e per i positivi si ha l'obbligo di comunicarlo agli organizzatori e ai responsabili della commissione medica dell'Uci. Il problema sta forse proprio qui: nella fretta di fare i bagagli. Nella tempestività di un addio che sa di fuga. E il direttore del Giro, Mauro Vegni, la tocca piano: «La squadra lo ha fatto in maniera autonoma ha spiegato -. Non è stato bello. Confermo che la comunicazione preventiva all'organizzazione non c'è stata, anche perché hanno detto di essere andati nel panico». Sarà. In ogni caso Evenepoel dall'albergo di Campogalliano (Modena) è partito di prima mattina (alle 9), su una macchina del team, senza proferire parola. Con lui uno dei meccanici e il massaggiatore di fiducia David Geeroms.

Non è piaciuta la fuga precipitosa del bimbo prodigio. Vien da chiedersi: ma in una situazione analoga l'avrebbe fatto anche al Tour? Ah saperlo Non sarà che il belga pensa già alla Grande Boucle e al mondiale di Glasgow che quest'anno sarà anticipato al 13 di agosto? Intanto sappiamo che se l'Organizzazione mondiale della sanità ha da poco chiuso l'emergenza declassando il virus a epidemia, il mondo del ciclismo continua a vivere nell'emergenza. Dopo gli anni terribili segnati dalle positività doping, ora il ciclismo non riesce a liberarsi dal Covid 19. È vero, per l'Uci c'è un protocollo da seguire e che si applica quando il contagio è alto e non basso come questo, ma dopo sei casi anche il Giro è pronto a tornare alle restrizioni, fatte di mascherine e limitazioni nelle aree in cui i corridori entrano a contatto con altre persone.

Oggi da Scandiano si ripartirà per la Versilia, senza Evenepoel (per regolamento se si presentasse questa mattina potrebbe anche ripartire, purché il medico se ne assuma la responsabilità). In maglia rosa c'è Geraint Thomas. Il 36enne gallese di Ineos-Grenadiers ha 2 di vantaggio sullo sloveno Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e 5" sul compagno di squadra Tao Geoghegan Hart. Mai, dopo nove tappe, c'era stato un divario così ridotto tra i primi tre. Primo italiano Damiano Caruso, 7° a 1'28".

A proposito di Ineos: il team britannico ha deciso di ripristinare la bolla' già adottata in pandemia. Ieri Fausto Pinarello, fornitore delle biciclette a Thomas e compagni, sarebbe dovuto venire al Giro, ma è stato invitato a rimanere lontano dalla squadra.

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