Fallo di Elkann su Conte: "I soldi non sono tutto, l'Atletico lo dimostra"

Il presidente Fiat: "Visto? Non fanno la differenza". Però ammette di aver temuto di perdere il tecnico

Fallo di Elkann su Conte: "I soldi non sono tutto, l'Atletico lo dimostra"

Come volevasi dimostrare, sulla carta filano tutti d'amore e d'accordo: proprietà, dirigenza e allenatore della Juventus. La realtà sarebbe un po' diversa, ma adesso è il momento di trasmettere messaggi positivi pur se è parso chiaro a tutti che le idee fossero diverse su come affrontare il post terzo scudetto. Comunque sia, anche le parole pronunciate ieri da John Elkann testimoniano come ricondurre Conte alla ragione non sia stato facile: «Se ho mai temuto che non fosse più il nostro allenatore? È la stessa domanda dell'anno scorso, però più pertinente». Appunto: «L'ho sentito di recente - ha aggiunto il presidente della Fiat -. È convinto di quello che ha davanti ed è soddisfatto, come noi, di quanto fatto. Caratterialmente, è una persona che guarda sempre alle sfide future: del resto la pensiamo tutti allo stesso modo. Rinnoverà? C'è molta serenità per andare avanti in questo modo».

Si vedrà. Nel frattempo, l'occasione data dall'assemblea degli azionisti Exor è stata utile anche per mettere altri puntini al posto giusto, andando anche un po' contro alcuni pareri espressi nelle scorse settimane dal tecnico bianconero: «Un colpo di testa sul mercato per vincere la Champions League? L'Atletico Madrid dimostra che quello non è un fattore indispensabile: la ragione per cui tutti amiamo il calcio è che non sono i soldi a fare la differenza. Non è solo una questione di denaro: aiutano anche la capacità organizzativa, la grinta e la giusta dose di fortuna. L'Atletico, che ha vinto il campionato spagnolo ed è in finale di Champions, è un esempio molto tangibile». Con tanti saluti ai discorsi sul fatturato sui quali in stagione non hanno mancato di polemizzare sia Conte che Benitez. Elkann in pratica zittisce entrambi, anche perché i risultati e i numeri parlano chiaro: il fatturato degli spagnoli è di 120 milioni di euro, più o meno gli stessi del Napoli mentre Juventus e Milan contano oltre 150 milioni in più. «Nella nostra storia abbiamo sempre saputo conciliare i risultati sportivi, che sono la ragion d'essere di un club, ai vincoli finanziari propri di ogni società - ha aggiunto Elkann -. È una priorità che la società si è data e che continuerà a darsi». Occhio ai bilanci, insomma. E non c'è da aggiungere molto altro sapendo anche che a giugno, alla chiusura dell'esercizio, il rosso sarà quasi certamente intorno ai 30 milioni di euro: «La Juventus ha raggiunto risultati straordinari con la conquista del terzo scudetto consecutivo e il record dei 102 punti in campionato. Negli ultimi cinque anni c'è stato un miglioramento dei ricavi, lo Stadium si è dimostrato un'importante fonte di reddito e al momento abbiamo una rosa di giocatori tra le più importanti in Europa».

Avanti così, quindi. Senza fare follie ma puntando a rinforzarsi. E pazienza se arriverà anche qualche vecchione, purché compatibile con i parametri economici della Signora. Didier Drogba (in scadenza così come Eto'o, lui pure tra i monitorati) piace parecchio, per esempio: «Troppo vecchio? Roger Milla non era un bambino quando sorprese tutti con il Camerun». Suona come un via libera, anche se la Juve non intende andare oltre i 3,5 milioni annui.

Che la pista sia percorribile lo conferma anche Cenk Ergun, team manager del Galatasaray che a calciomercato.com ha rivelato di avere «parlato molto con Didier in questi ultimi giorni e so che la famiglia avrà un peso determinante nella sua decisione. La Juventus è una possibilità».

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