Come troppo spesso succede in Italia, alle parole non seguono i fatti. Un'estate a raccontare che bisogna ripartire dai giovani, che ci sono troppi stranieri e basta la prima giornata di campionato per smentire le nobili intenzioni. La deriva continua. Hanno voglia Tavecchio e Conte a rimbalzarsi segnali sos. Il presidente federale: «Ci sono troppi stranieri». Il Ct: «Ho visto partite senza italiani in campo». E ancora il Tav: «Il problema sono gli extracomunitari. Ne riceviamo in quantità industriale». Pallone nostrum. La prima giornata se ne va in archivio con numeri imbarazzanti: le sette cosiddette grandi hanno schierato diciassette italiani titolari, tra cui Totti e De Sanctis fuori dal giro azzurro. È vero che Chiellini, Pirlo, Rossi, De Sciglio e Montolivo erano fermi, ma la sostanza non cambia. Vecchio e straniero il pallone italiano, anche se nelle squadre medio-piccole il discorso cambia, ma qui si pone un discorso di qualità: i giovani non sono da grande squadra?
Zeman, che comunque ha lanciato i pochi talenti nostrani negli ultimi anni (Immobile, Verratti, Florenzi, Insigne), si è fatto un'idea diversa: «Se non ci sono i soldi è difficile prendere un italiano - spiega -. Ci sono calciatori che non hanno mai fatto la serie A e chiedono 4-5 milioni di euro». Il sistema è in corto circuito per riattivarlo la ricetta di Tavecchio sono «i 19 centri federali che la Lega Dilettanti sta creando per offrire al mondo professionistico un bacino d'utenza di 700mila giovani». Però poi bisogna farli giocare. Zeman ci proverà: «Un'opportunità la darò pure ai '96».
Lo può fare a Cagliari. Più difficile all'Inter, a sentire Mazzarri: «Bonazzoli mi sembrava troppo giovane per farlo partire titolare». Ha diciassette anni, Max Allegri ha schierato Coman che ne ha uno in più del nerazzurro e si è preso subito la vetrina in un torneo in cui il capocannoniere per ora è Totò Di Natale, 37 anni a ottobre. Già l'Udinese: il talentuoso portiere Scuffet è rimasto in panchina contro l'Empoli per far posto a Karnezis, titolare della Grecia al Mondiale ma l'anno scorso al Granada faceva la riserva. Garcia alla Roma trattiene Florenzi e Destro, ma non sono prime scelte.
Può essere un discorso di qualità, ma anche di coraggio. Magari di nome esotico per ammaliare i tifosi: affascinante Coman, normale Bonazzoli. E il Milan vende Cristante a titolo definitivo. Può darsi che non avesse il talento di De Sciglio (blindato), ma la storia di questo centrocampista classe '95 è emblematica: a inizio anno debutta con gol a San Siro e confermato nella debacle di Sassuolo. Allegri viene esonerato e lui non gioca più tra un infortunio e l'arrivo del trentenne Essien. Ora si dice che abbia spinto per andare al Benfica. Farà la Champions e sul web i tifosi si sono arrabbiati. Ma il club rossonero mette a segno una ricca plusvalenza con un prodotto del vivaio. Giovani buoni per il bilancio non per il campo oppure trottole in provincia (Berardi) o lasciate andare all'estero (Immobile). Il calcio italiano è questo.
Baggio ha capito e tolto il disturbo: «Io ho sempre detto che bisognava investire sui giovani, spero che in futuro si fossa finalmente fare». Ma sa di battaglia persa: «Io una ricetta l'avevo, ma...». Ora dice di averla Tavecchio, sperando che il programma non sia nel cognome.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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