Fede chiude l'età dell'oro e fa tornare a galla la crisi

Le vittorie della Pellegrini hanno coperto errori e difficoltà del movimento italiano. Ignorati i segnali dei mondiasli di Shanghai. L'ultimo acuto sarà la staffetta 4x1000 mista

nostro inviato a Londra
Quella italiana non è mai stata acqua d'oro, al massimo dorata. Liscia, gassata o… Pellegrini. I fragorosi quinti posti di nostra signor(in)a delle acque hanno chiuso una storia, ma non certo aperto una crisi. Se è crisi, c'era fin da prima. Semmai la Pellegrini e i suoi ori coprivano tutto: anche gli errori. Il nuoto italiano rischia di chiudere con zero medaglie. La federazione, e qui parla Paolo Barelli il suo presidente, aveva fatto conti scaramanticamente pessimistici. «Le nostre previsioni dicevano due. Ho sempre dichiarato: con tre toccheremmo il cielo con un dito. E sto includendo pallanuoto e tuffi, nuoto di fondo. Sappiamo fare i conti e capire le possibilità. Federica ha già vinto medaglie in due olimpiadi, non era scontato ce la facesse qui. Peccato per Scozzoli: ha voluto strafare. L'opinione pubblica s'attendeva tanto dopo gli europei, ma queste sono olimpiadi: ben altra cosa».
Si, qualche controprestazione in meno e un piccolo salto di qualità ci potevano stare, ma il mondo del nuoto sta diventando terribilmente vasto. L'età dell'oro italiana cominciò a Sydney 2000 ed ora basta guardare il medagliere per farsi un'idea sulle novità: resistono le grandi consolidate, avanza la Cina, si aprono nuovi mondi. l'Europa tiene botta con la Francia, Germania, Spagna, perfino l'Olanda, annaspano in acque morte.
Non è vita facile per nessuno. Ieri le staffettiste della 4x200 hanno sventagliato forza e passione arrivando dietro le americane nelle qualificazioni. Alice Mizzau le ha lanciate realizzando il suo miglior tempo e chiudendo al primo posto davanti a Usa e Cina. La Nesti e la Carli hanno tenuto botta e la Pellegrini ci ha dato dentro chiudendo al secondo posto, quarto tempo di qualificazione, miglior tempo rispetto a quello degli europei. Le ragazze ci hanno messo cuore, anima e gambe, ma più di tanto l'Italia del nuoto non può offrire (nella finale, vinta dalle americane, sono arrivate settime).
Federica non chiude qui con Londra. Sabato farà anche la staffetta 4x100 mista, proprio alla vigilia del suo 24° compleanno. Nostra Signora delle piscine ha cercato di far sponda alle sgangherate dichiarazioni dell'amore suo, s'intenda Magnini, chiamando tutti al palcoscenico. «Le parole di Filippo sono state fraintese. Noi atleti ci mettiamo la faccia anche davanti alla stampa, ma dietro di noi c'è un team: allenatori e dirigenti. Si perde tutti, si vince tutti. Se ha sbagliato un atleta, ha sbagliato tutto il mondo che gli sta intorno. Le punte non sono riuscite a trascinare, speriamo di far meglio in futuro, ma l'esame di coscienza deve essere generale. Qualcosa non ha funzionato». E chi ha orecchi per intendere...
In realtà numeri e tempi dicono che l'Italia del nuoto sta ancora troppo indietro: è forse un caso se quasi tutti i nostri bocciati hanno chiuso con tempi tra il 15° e il 22° posto? La Pellegrini quest'anno aveva il sesto tempo nei 200 stile libero ed è finita quinta, davanti a lei tre che la precedevano nel crono, oltre alla Franklin. Il cronometro, appunto, aveva dato l'esatta misura delle sue possibilità. Realtà racconta che, l'anno passato, Fede aveva il settimo tempo, poi ha vinto il mondiale. Ma come direbbe Elisa Di Francisca, l'ultima nostra regina del fioretto: «Non sempre domenica è sempre domenica».
Stavolta siamo finiti nel martedì di magro. La resa dei velocisti ha coinvolto il loro allenatore: Claudio Rossetto, che poi è pure l'allenatore di Federica. «Un allenatore solido», dice Barelli che a Magnini non perdonerà l'uscita contro il tecnico. «Filippo è già penalizzato dalla figuraccia nel parlare così. Poi analizzeremo a mente fredda. Questo tecnico lo ha portato avanti da quando aveva 18 anni e Magnini non è andato in finale né a Pechino, né l'anno passato a Shangai». Ovvio tirare qualche somma: da due volte campione del mondo a due volte buco nell'acqua. Invece Dotto soffre di mal di schiena da qualche mese. I risultati di Shangai erano un segnale di attenzione. Scozzoli vinse due argenti (uno nei 50 rana che qui non ci sono), Dotto il secondo posto nei 50 sl (vediamo cosa farà), la Pellegrini chiuse con i due ori che la resero inviolabile agli occhi degli italiani, non degli avversari. Il resto arrivò dal nuoto di fondo, dalla Cagnotto (trampolino 1 metro, qui dovrà provarci da 3 metri) e dal Settebello d'oro. E ora cominciamo a tremare per le donne della pallanuoto: ieri alla seconda sconfitta, battute dalla Russia.
Barelli difende il suo mondo ed anche la sua bizzosa primadonna, che ora accetterebbe anche di fare un reality nell'anno sabbatico («Fosse divertente, perché no?»). «Se avesse un altro carattere, non sarebbe la campionessa che è. La capisco anche nei cambi dei tecnici: avevano tutti una logica». Più difficile nascondere altri errori. Non avremo gran velocisti ma c'era il tanto per entrare almeno nella finale dei 100 sl. Lo ha spiegato perfino Federica: «Magnussen è al di fuori della portata di tutti, gli altri no».

Ma se andaste a rivedere i titoli dei giornali dell'anno passato, chiusi i mondiali di nuoto, leggereste pressappoco così: la Pellegrini è sola, gli uomini crescono. Oggi il titolo cambierebbe pressapoco così: Federica è stanca, gli uomini dormono.

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