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È una Ferrari verde speranza. Ma non pensa alla vittoria

Battesimo in streaming, Elkann che parla in inglese: il fondatore e nonno Gianni non avrebbero apprezzato

È una Ferrari verde speranza. Ma non pensa alla vittoria

La Ferrari che si presenta in streaming è un po' come un cantante in playback al Festival di Sanremo. Se poi si presenta pure con una macchia verde sul vestito rosso, l'effetto splash c'è tutto. Lo sponsor tabaccaio che ora pubblicizza Mission Winnow e non più sigarette, ha voluto colorare di verde flou il suo logo. Sembra la macchia di gelato al pistacchio sul vestito di una sposa. Prendiamolo come verde speranza perché ce n'è davvero bisogno. La cerimonia che in tempi normali era sempre stato un piccolo grande show oggi si trasforma in un prodotto in stile Netflix lungo dieci minuti e ventisei secondi. Parlano Mattia Binotto, Enrico Gualtieri il responsabile della power unit, Enrico Cardile il responsabile del telaio, Lauren Mekies il direttore sportivo. Chiude il presidente, sempre più presente John Elkann. Peccato che lui parli in inglese. Il fondatore non avrebbe apprezzato, nonno Gianni neppure. La Ferrari è un simbolo del made in Italy. Non dovrebbe dimenticarlo mai chi la possiede. «La presentazione - ha detto - è un momento speciale: un momento di verità. Ai nostri tifosi, agli appassionati della Formula 1: tutti noi in Ferrari vogliamo assicurarvi che onoreremo il nome del nostro fondatore Enzo Ferrari e che inizieremo il campionato 2021 con il suo spirito vincente».

In realtà questa è la prima Ferrari della storia recente che non parte per vincere. Il gap con la concorrenza era eccessivo e il congelamento delle regole non ha consentito rivoluzioni. E già arrivare costantemente sul podio sarebbe un successo. «Il posteriore richiama l'amaranto della primissima Ferrari, la 125 S racconta il Team Principal Mattia Binotto , man mano che ci si avvicina all'abitacolo, però, sfuma nel rosso contemporaneo che ha contraddistinto le nostre annate più recenti. Questa per noi è la stagione delle tante sfide e attraverso la livrea ripartiamo visivamente dalla nostra storia ma, al tempo stesso, ci proiettiamo nel futuro». La SF21 è la figlia dimagrita della fallimentare SF1000. Dimagrita soprattutto nel posteriore, anche se non è che una può improvvisamente trasformarsi in Belen. Nuovo cambio, nuova sospensione posteriore, nuovo sistema di raffreddamento. «Quando abbiamo cominciato lo sviluppo aerodinamico della vettura ci siamo dati due obiettivi spiega Cardile - aumentare il carico aerodinamico perso con i regolamenti e ridurre il drag». La mancanza di velocità in rettilineo era il punto debole della SF1000. Colpa del motore, ma non solo. Per recuperare si è lavorato in galleria del vento e sulla Power Unit che è stata completamente rinnovata: «Sul motore a combustione interna abbiamo operato per aumentare il grado di efficienza termica del motore stesso, anche grazie al contributo del nostro partner Shell, che ha portato un vantaggio stimabile in oltre un decimo di secondo di tempo sul giro la spiegazione di Gualtieri -. Stiamo inoltre sviluppando il sistema ibrido e la parte elettronica, cercando di rivederne tutte le componenti per ottimizzarle». Questa Ferrari sembra un po' come le mezze stagioni, quelle che oggi non ci sono più.

Un'auto nata più per non deludere che per stupire.

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