Filippo cade dopo un'ora. L'Italia perde la sua stella e resta in 10

Paura per l'azzurro: brutta botta alla schiena, ma si ferma per la commozione cerebrale. Prima maglia gialla per Philipsen

Filippo cade dopo un'ora. L'Italia perde la sua stella e resta in 10
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Le ambizioni le spazza via il vento, ma volano via anche le nostre speranze, i nostri sogni. Capiamo che non è giornata dopo soli 52 chilometri, quando Filippo Ganna finisce a terra con Sean Flynn. Curva a destra percorsa dal gruppo a folle velocità e il primatista dell'ora nonché oro a Tokio con il quartetto, finisce gambe per aria. Resta a terra alcuni minuti, poi assistito dai medici della corsa, riprende la bici e in un primo momento rientra in coda al gruppo: oltre due minuti di ritardo colmati in una ventina di chilometri, nonostante sia costretto anche a cambiare la scarpetta danneggiata nella caduta. In prossimità della côte in pavé, il Mont Cassel, il granatiere piemontese si stacca nuovamente, prima di fermarsi e scendere esausto per il dolore. Solo in tarda serata, dal bus della Ineos Grenadiers, il direttore sportivo Zak Dempster fa il punto della situazione: "Filippo ha riportato una forte botta alla schiena, non dovrebbero essere necessari ulteriori accertamenti per questo, ma soprattutto presenta i sintomi di una commozione cerebrale con la quale non si scherza".

Le ambizioni li porta via il vento, dicevamo ed è proprio Eolo che nel finale spacca in più tronconi il gruppo. Davanti ci restano 33 corridori, con Jasper Philipsen che si va ad aggiudicare la prima volata a Lille (10° vittoria al Tour, la numero 54 in carriera, ndr) e veste la per la prima volta in carriera la maglia gialla. "È il coronamento di un sogno: era un progetto, ma averlo realizzato è fantastico!", dice il belga della Alpecin Deceunick.

Nel gruppo di testa ci restano il campione del mondo Tadej Pogacar e il danese Jonas Vingegaard che non perde la sagoma dello sloveno. Dormono Remco Evenepoel e Primoz Roglic, che si fanno cogliere di sorpresa da un cambiamento di vento e alla fine pagano la bellezza di 40: non male in una tappa che doveva essere semplicemente per velocisti.

Se a Ganna va malissimo, non va bene a Jonathan Milan, che nel momento della bagarre resta imbottigliato nel gruppo Evenepoel e Roglic. "Lo stress è stato tantissimo per tutta la giornata ha raccontato il friulano della Lidl-Tek -, mi dispiace davvero per come sono andate le cose perché si è aperto un buco quando non ce lo aspettavamo. Mi dispiace: era una grandissima opportunità, ma abbiamo la possibilità di riprovarci già domani".

Chiaro e didascalico anche il tecnico italiano della Red Bull Hangrohe Enrico Gasparotto: "Cosa è successo a

Roglic e compagni? Semplicemente hanno dormito".

Oggi 2a tappa: da Lauwin-Planque a Boulogne-sur-mer: 209 chiilometri con un finale adattissimo a corridori scattanti, come Van der Poel, Van Aert, ma anche Evenepoel e Pogacar.

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