Il filo di Arianna ora è di bronzo «Ho una strategia: rompere le...»

di Ninna Q.
Caro diario, oggi ho imparato una cosa che sapevo già, ma che spesso tendo a dimenticare: non bisogna mai giudicare le persone. Ci avete mai pensato a quante energie sprechiamo in pensieri inutili, in giudizi a volte affrettati, quasi sempre non richiesti? Oggi è successo che guardando il superG femminile non dal parterre della stampa, ma dalla tribuna, assieme a mia figlia Federica e a Denise Karbon, arrivata ieri per la gara di gigante di martedì, ho potuto osservare meglio dall'alto le reazioni delle atlete. Notando che Anna Fenninger non riusciva proprio a sorridere e anzi sembrava una statua di marmo inespressiva, ho pensato - e anche detto ad alta voce: ma ridi dai, non sei contenta di aver vinto l'oro? possibile che non provi alcuna emozione? Commento e giudizio negativi, completamente sbagliati. Perché dopo aver cacciato un urlo da guerriera una volta salita sul podio e ricevuti i fiori, la bella Anna si è presentata in sala stampa e, raccontando le sue emozioni, vere, forti, bellissime, è scoppiata a piangere. Mi sono sentita una sciocca ad aver pensato che non provasse emozioni, mi pento e, come detto, la prossima volta mi guarderò bene dall'esprimere giudizi. Tornando in bus verso la sala stampa mi sono addormentata come un sasso, una settimana di olimpiade comincia a farsi sentire, si dorme poco, si scrive tanto, si sta spesso in giro e si mangia poco e male (casa Italia a parte, quando si riesce).

Mi consolo vedendo di non essere la sola un po' fusa: io almeno sono crollata alle tre del pomeriggio quando fuori c'erano 18 gradi (e nel bus 25°), molto meglio dell'omone che stamattina alle 9 mi si è appoggiato addosso russando, quando fuori c'erano “appena” 8 gradi. E le chiamano olimpiadi invernali? Sono sempre in giro senza calze e in maniche corte, tutti i vestiti pesanti sono belli piegati in valigia: mai usati.

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