Incidenti e "dito medio": il folle Gp del Made in Italy

Imola ancora una volta non delude e mette a dura prova i piloti a causa della pista bagnata: molti errori, alcuni clamorosi tra cui quelli del giovane Schumacher e Leclerc, dietro la safery car e durante il giro di formazione. Alla fine a vincere è Verstappen

Incidenti e "dito medio": il folle Gp del Made in Italy

Formula1 nuovamente a Imola grazie alla pandemia, e ancora una volta il circuito italiano non delude per emozioni e colpi di scena, evidenziando la differenza tra una pista tecnica di altri tempi e i nuovi circuiti inseriti per questioni di marketing.

Due ore piene di suspense e colpi di scena, in cui ha brillato alla fine Max Verstappen davanti a Lewis Hamilton e un incredibile Lando Norris. Quarta e quinta le Rosse, in crescita rispetto al disastroso 2020.

Partenza con il cuore in gola per i tifosi Ferrari: Leclerc nel giro di formazione, per prendere confidenza con la monoposto, sbaglia e va lungo: il monegasco fortunatamente non si insabbia e riesce a riprendere la posizione.

Pochi giri e diventa protagonista la safety car: tra i piloti incolonnati il giovane figlio d’arte tedesco cerca di scaldare le gomme, ma la bassa temperatura tradisce Schumacher che finisce contro le barriere subito dopo il rettilineo principale. Due giri con il musetto distrutto, per via della corsia box chiusa, gli valgono l’ultimo posto parziale. Una gara tutta in salita la sua, ma dopo poco più di dieci Mick raggiunge il compagno di scuderia rifilandogli qualcosa come dieci secondi. Chiuderà penultimo, in crescita alla sua seconda partenza in Formula1, distaccando il russo Mazepin di oltre un minuto.

Intanto nelle prime posizioni la battaglia era tutta tra Max Verstappen e Lewis Hamilton, con il sette volte campione del mondo messo alle corde subito dall’olandese: un duro corpo a corpo senza danni, che varrà la vittoria.

Alle loro spalle Leclerc, con un fantastico e parziale terzo posto, a bloccare un gruppetto composto dalle due McLaren e l’altra Red Bull di Sergio Perez. Lodevole la performance del giovane Lando Norris, che ha chiesto (e ottenuto) dal muretto lo scambio di posizioni con Ricciardo: merito di uno splendido sorpasso alla cieca su Stroll al giro n. 8, tra la foschia dovuta alla pioggia, a oltre duecentocinquanta chilometri orari. Un piccolo assolo in una prestazione veramente solida e di alto livello.

Coprotagonista della lotta Carlos Sainz Jr, che a causa di un passo nettamente più veloce delle due monoposto arancioni, si è fatto sotto due volte uscendo di pista per via dell’asfalto bagnato. Tanta la foga del pilota spagnolo, tale da rendere necessario l’intervento del suo ingegnere di pista: “Vai troppo veloce”.

Intanto si giunge a metà gran premio e arriva la caduta delle Frecce d’Argento: Hamilton nella foga di non perdere il contatto con Verstappen con le gomme da asciutto, durante un sorpasso di un doppiato prende la corsia umida e esce di pista toccando il muro. Attimi di panico nella monoposto, con il campione del mondo evidentemente arrabbiato che rientra pericolosamente in pista in retromarcia, con il musetto distrutto che gronda scintille per oltre mezzo giro.

Contemporaneamente, poco dietro il compagno di scuderia viene centrato a oltre trecento chilometri orari dalla Williams di Russell: il pilota inglese pizzica l’erba causando un disastroso testacoda che trascina a muro l’incolpevole pilota finlandese.

Auto completamente distrutte, detriti ovunque e il direttore di gara Masi è quasi obbligato a esporre la bandiera rossa. Intanto, nella sabbia, volano gli stracci tra Russell e Bottas: il primo appena sceso dalla monoposto si avvicina per riprendere il collega con tanto di pugno sull’auto. Bottas, con l’aplomb tipica norvegese ben promulgata negli anni da Raikkonen, gli mostra il dito medio in diretta televisiva. Un vero peccato per la giovane promessa inglese e per Bottas, decisamente sfortunato quasi a compensare il credito nelle mani del compagno di scuderia.

Metà gara, una bandiera rossa diventa l’ennesimo colpo di fortuna in carriera per Hamilton, che vede così azzerarsi il distacco di quasi un minuto accumulato nei confronti di Verstappen. La nona posizione, con una ripartenza lanciata a vetture compattate, diventa una rapida scalata verso la testa per recuperare il distacco accumulato: dieci giri e il sette volte campione è già in quarta posizione alle spalle di Norris e le due Ferrari.

Da lì, un film già visto, con la Mercedes che si dimostra ancora una volta “di un altro pianeta” rispetto a tutte le altre vetture, nonostante gli eventi e i danni.

Lewis supera agevolmente tutte le altre monoposto, comprese le McLaren motorizzate Mercedes e va a chiudere al secondo posto, dietro un solitario quanto autoritario Max Verstappen. Una grande rimonta la sua, decisamente agevole se paragonata all'impossibilità di Leclerc di superare Norris nonostante la costante vicinanza: il mondiale si conferma una lotta tutta Hamilton / Verstappen.

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