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"Forse presto il mondo vedrà Schumi"

Per la prima volta un segnale di speranza da un uomo molto legato alla famiglia

"Forse presto il mondo vedrà Schumi"

Forse, un giorno, finalmente, rivedremo Michael Schumacher. Sarà diverso, molto diverso. Sarà più vecchio di anni, perché tanti ne stanno scorrendo da quel tragico 29 dicembre 2013, quando cadde sulle nevi francesi di Meribel per scomparire ai nostri occhi e iniziare il calvario di una vita non vita. Una vita capace, in alcuni momenti, di raggiungere, per segretezza e misteri, le tinte gotiche di una fiaba triste. Sarà su una sedia a rotelle Michael, quando lo rivedremo? Sarà incapace di muoversi e parlare e dire e reagire? Sarà come abbiamo imparato a immaginarlo in tutto questo tempo senza informazioni, bollettini, traviati da notizie mai complete e affidabili, da sussurri, indiscrezioni, talvolta vere e proprie falsità? O se ne starà invece su quella sedia a rotelle curvo, esile e però pienamente cosciente come ognuno di noi ha sempre pregato e sperato che fosse? Vorrebbe dire che sua moglie Corinna, i figli, i suoi cari, a costo di esagerare in un verso, alimentando voci di ogni genere e curiosità spesso morbose, l'hanno curato e tenuto al riparo dal mondo semplicemente per ripresentarlo al mondo nel modo migliore e più dignitoso. Magari Michael sarà in grado persino di parlare, sicuramente a fatica, e di pronunciare quel suo «yep» con cui da tedesco di campagna aveva imparato ad annuire «yes» all'americana quando gli chiedevamo dei gran premi, dei sorpassi, delle vittorie? Impossibile saperlo ora. Impossibile distinguere fra ciò che speriamo sia da sette anni e quel che potrà davvero essere. Però, per la prima volta dopo tutto questo tempo fitto di misteri, da ieri sappiamo che qualcosa potrà davvero accadere, che un giorno, forse, rivedremo Michael Schumacher. Le parole di Jean Todt, presidente della Fia ed ex capo della Ferrari dei cinque titoli mondiali consecutivi di Schumi e, soprattutto, vero membro acquisito della famiglia del campione, questo lasciano sperare. Todt non si era mai sbilanciato come avvenuto con il Daily Mail quando ha detto «ho visto Michael la scorsa settimana, sta combattendo e spero che presto lo possa vedere anche il mondo...». Il mondo. In questi sette anni il mondo è stato tenuto ostinatamente fuori dalle mura di casa Schumacher e che oggi Todt, amico e consigliere di famiglia, apra con le sue parole proprio al mondo, significa molto. Potrebbe essere un segnale.

Forse è il segnale.

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